Sono già le dieci di questa luminosa e relativamente calda serata di vigilia di Natale, ed io sono sul balcone della mia finestra in maniche corte a fumare una sigaretta dopo la cena in famiglia.
Mi annoio, ed un pò mi deprimo sotto le feste: forse perché non ci sono luminarie in strada, né gente, qui sembra tutto spento. Ma probabilmente sarei stato depresso anche con la folla, le campane e tutto il resto della coreografia tradizionale. Abbasso gli occhi sulla cenere che cade ai miei piedi. Credo che sia un misto tra la perdita delle ingenuità infantili ed altri pensieri che in questo periodo tornano a galla.
Quest'anno credo sia anche per te. No, intendimi, non è che mi deprimo pensando a te - al contrario, semmai; mi deprimo perché penso a quanto sarebbe stato bello passare queste sere di - si suppone - gioia e festa insieme a te. Che non si può, lo so, ma non posso impedirmi di pensarlo.
E allora sogno un pò ad occhi aperti.
Sogno di portarti in auto sù in cima all'Etna, nel piazzale del Rifugio Sapienza, e lì a mezzanotte stappare una boccia di bollicine; sogno di farti gli auguri guardandoti negli occhi e subito dopo sogno di darti un bacio. Natalizio. Non so di preciso come può essere un bacio natalizio, boh? Immagino sia più lieve, più morbido, che ne so: più innamorato, ecco.
Sogno che ci abbracciamo guardando il panorama di luci in lontananza, un mare di brillanti appoggiati sul fianco della Montagna. Lo sai che noi siciliani l'Etna - che è un vulcano - lo chiamiamo "la montagna"? Non so bene perché, ma è da sempre. Vabbé, non è importante. Sogno che ti piace, che è la prima volta che vieni qui, è uno spettacolo unico. Ogni tanto, nel silenzio pressocché totale della notte, si sente come un respiro profondo ed affannato: è "la montagna" che vive, sono i gas che ritmicamente vengono espulsi dal cratere - ma preferisco pensare che ci troviamo su un enorme essere vivente, è più romantico.
Rientriamo in auto, piano piano torniamo verso casa. Prima di uscire ho configurato il termostato a 19°, so che sei freddolosa. Rientriamo da Zafferana, mi piacciono le luci di cui si veste questo piccolo gioiellino di paese dai primi giorni di Dicembre. Per strada ascoltiamo un pò di musica, lascio che sia tu a scegliere la colonna sonora. Ogni tanto vengo a cercare la tua mano con la mia, l'accarezzo, sorrido - non ti guardo ma so che stai sorridendo anche tu.
Non parliamo molto. Il bello del nostro feeling è non sentire la necessità di riempire questi vuoti con parole inutili. Ci siamo, ci sentiamo nel nostro essere vicini e tanto basta. Quando entriamo in casa un piacevole tepore ti avvolge - a me dà quasi fastidio, appena in salotto mi levo il maglione e rimango in t-shirt. Alla tivù scorrono le immagini della tua playlist di Youtube, avevamo lasciato tutto acceso.
Mentre tu vai in bagno a lavarti io mi verso un pò di whisky ed accendo l'ultima sigaretta della giornata. Controllo lo smartphone per vedere quante notifiche sono arrivate, il contatore ne indica una trentina - auguri dagli amici, aggiornamenti dalle pagine di Facebook, cinque email. Lo poso sul divano. Sono stranamente sereno, non c'è nessuna nuvola a sporcare il mio cielo interiore. E' tutto merito tuo, e sorrido mentre lo penso. E' averti qui con me che mi regala questa sensazione di pace. E' sapere che tra poco saremo insieme sotto al piumone - io con il cerotto sul naso per non russare, ma da quando mi hai messo a dieta pian pianino sto russando di meno. Forse un giorno smetterò.
Vengo da te in camera, tu stai sfogliando una rivista e sorridi quando entro. Indosso il pigiama che mi hai regalato, mi infilo sotto le coperte e prendo dal comò l'ultimo libro di Carlotto. Faccio finta di leggerne un paio di pagine poi lo poso e mi giro verso di te. Ti guardo. Ti amo. Posi la rivista, spegniamo gli abat jour, accendiamo la nostra notte di vigilia.
Spengo quel che rimane della sigaretta, ritorno alla realtà. Espiro fumo. Un ultimo sguardo alla strada ed alle luci di Taormina in lontananza, poi rientro in camera. Tra pochi minuti sarà Natale. Tanti auguri. Buonanotte.
mercoledì 24 dicembre 2014
sabato 20 dicembre 2014
La strada.
Parto.
Ancora.
Sono le cinque del mattino. Spengo la sveglia del cellulare, mi rigiro sul cuscino e sonnecchio per cinque minuti. Poi mi alzo. Bagno, pipì, doccia calda. Macchina del caffé carica ed accesa, mentre va in temperatura chiudo le borse preparate quattro ore fa e preparo l'abbigliamento da viaggio: giacca e pantaloni in cordura, stivali, controllo la batteria dell'interfono bluetooth. Caffé e sigaretta sul balcone e la fisiologia segue il suo corso. Mi vesto.
Chiudo acqua e gas, abbasso le tapparelle, controllo che sia tutto in ordine ed esco da casa.
Lei riposa infreddolita, spero che la batteria non mi faccia scherzi per il freddo e - no, parte al primo colpo. Mentre il motore si riscalda carico le borse nelle valigie laterali, metto il sottocasco ed i sottoguanti in seta perché fa un bel freschino - mi sarò coperto abbastanza?
Sono in sella.
Dopo due chilometri entro in autostrada, direzione Sud: direzione casa!
Quest'anno sono andato già due volte a casa in moto: era estate, le giornate erano lunghe e sopratutto calde - forse anche troppo, dietro la plancia della moto ho fatto dei bagni di sudore, oggi non credo succederà...
L'Appennino è buio e freddo a quest'ora del mattino. Il computer di bordo mi segnala una temperatura esterna di 2,5° e lampeggia per il rischio di ghiaccio. Ho ancora un pò di sonno, in un certo senso sono già stanco, vorrei già essere a casa: ma so che appena uscirà il sole inizierò a riempirmi gli occhi ed il cuore dei panorami che conosco bene, panorami vissuti velocemente tante volte. L'Italia vista a 140kmh dalla sua spina dorsale d'asfalto mi piace, mi affascina.
E mi affascina pensare che in dodici ore posso attraversarla quasi per intero. Al mattino soccmel ed alla sera minchia. Al mattino turtlen ed alla sera pasta chi saiddi. E' bello.
Ci aggiorniamo strada facendo, buona giornata :)
Ancora.
Sono le cinque del mattino. Spengo la sveglia del cellulare, mi rigiro sul cuscino e sonnecchio per cinque minuti. Poi mi alzo. Bagno, pipì, doccia calda. Macchina del caffé carica ed accesa, mentre va in temperatura chiudo le borse preparate quattro ore fa e preparo l'abbigliamento da viaggio: giacca e pantaloni in cordura, stivali, controllo la batteria dell'interfono bluetooth. Caffé e sigaretta sul balcone e la fisiologia segue il suo corso. Mi vesto.
Chiudo acqua e gas, abbasso le tapparelle, controllo che sia tutto in ordine ed esco da casa.
Lei riposa infreddolita, spero che la batteria non mi faccia scherzi per il freddo e - no, parte al primo colpo. Mentre il motore si riscalda carico le borse nelle valigie laterali, metto il sottocasco ed i sottoguanti in seta perché fa un bel freschino - mi sarò coperto abbastanza?
Sono in sella.
Dopo due chilometri entro in autostrada, direzione Sud: direzione casa!
Quest'anno sono andato già due volte a casa in moto: era estate, le giornate erano lunghe e sopratutto calde - forse anche troppo, dietro la plancia della moto ho fatto dei bagni di sudore, oggi non credo succederà...
L'Appennino è buio e freddo a quest'ora del mattino. Il computer di bordo mi segnala una temperatura esterna di 2,5° e lampeggia per il rischio di ghiaccio. Ho ancora un pò di sonno, in un certo senso sono già stanco, vorrei già essere a casa: ma so che appena uscirà il sole inizierò a riempirmi gli occhi ed il cuore dei panorami che conosco bene, panorami vissuti velocemente tante volte. L'Italia vista a 140kmh dalla sua spina dorsale d'asfalto mi piace, mi affascina.
E mi affascina pensare che in dodici ore posso attraversarla quasi per intero. Al mattino soccmel ed alla sera minchia. Al mattino turtlen ed alla sera pasta chi saiddi. E' bello.
Ci aggiorniamo strada facendo, buona giornata :)
lunedì 3 novembre 2014
Dillo alla Luna (no, non porterà fortuna).
Ed è una notte bellissima, e c'è un cielo blu scuro scuro con una Luna che occhieggia, che ti fa cenno d'esserci - fa quasi "ciao" con la manina, se solo avesse una manina. Se solo potesse dire "ciao".
E c'è un vento caldo, fantastico a quest'ora di notte.
E mentre torno a casa ci sono le foglie sulla strada che danzano, le nuvole in alto che viaggiano veloci.
E la mia "bambina meccanica" sente le emozioni del "babbo" e allora setto le sospensioni in modalità sport e torno a casa in due minuti e mezzo circa. Il motore si fa sentire, non saranno i diecimilaecinquecento giri al minuto di un quattro cilindri in linea ma va bene così. Va bene così.
E forse ho scelto il giorno giusto per decidere, o forse no, forse ho sbagliato. Ma d'altraparte non esiste un manuale per certe cose, certi momenti.
E fumo, fumo troppo: ma con tutto quello che sto vivendo negli ultimi mesi ci sta, fa male alla salute ma ci sta, almeno da questo in parte voglio assolvermi.
Mi tolgo la giacca, apro la finestra, mi siedo dietro al pc; entra il vento a farmi compagnia, muove il fumo dell'ultima Camel della giornata, immagino che mi accarezzi, che mi circondi per portar via i cattivi pensieri.
Accolgo la notte, lascio che la stanchezza vinca, voglio un oblio di almeno sei ore per ricaricare le pile e ricominciare domani con un pò di spunto. Senza di te. Che non ci sarai, ma non potevi esserci.
Bah.
Dicono che prima o poi la ruota girerà a favore: aspettiamo, son qui, vediamo un pò se.
E c'è un vento caldo, fantastico a quest'ora di notte.
E mentre torno a casa ci sono le foglie sulla strada che danzano, le nuvole in alto che viaggiano veloci.
E la mia "bambina meccanica" sente le emozioni del "babbo" e allora setto le sospensioni in modalità sport e torno a casa in due minuti e mezzo circa. Il motore si fa sentire, non saranno i diecimilaecinquecento giri al minuto di un quattro cilindri in linea ma va bene così. Va bene così.
E forse ho scelto il giorno giusto per decidere, o forse no, forse ho sbagliato. Ma d'altraparte non esiste un manuale per certe cose, certi momenti.
E fumo, fumo troppo: ma con tutto quello che sto vivendo negli ultimi mesi ci sta, fa male alla salute ma ci sta, almeno da questo in parte voglio assolvermi.
Mi tolgo la giacca, apro la finestra, mi siedo dietro al pc; entra il vento a farmi compagnia, muove il fumo dell'ultima Camel della giornata, immagino che mi accarezzi, che mi circondi per portar via i cattivi pensieri.
Accolgo la notte, lascio che la stanchezza vinca, voglio un oblio di almeno sei ore per ricaricare le pile e ricominciare domani con un pò di spunto. Senza di te. Che non ci sarai, ma non potevi esserci.
Bah.
Dicono che prima o poi la ruota girerà a favore: aspettiamo, son qui, vediamo un pò se.
mercoledì 22 ottobre 2014
Ci sono momenti.
Ci sono momenti in cui l'amicizia di un piccolo ma felice gruppo di scoppiati diventa o "è" fondamentale per la tua sopravvivenza.
Ci sono momenti in cui la concentrazione di alcool nel sangue ti creerà sicuramente problemi, domani: ma nel frattempo i problemi te li risolve. O ti aiuta a metterli - come la polvere - "sotto al tappeto".
Ci sono momenti in cui ESSERE una bestia metà uomo e metà macchina, una bestia da poco più di cento cavalli per quasi quattrocento chili di peso, ti fa sentire vivo. Ci sono momenti in cui avvertire la fragilità della tua esistenza mentre il tuo ESSERE viaggia a pochi centimetri da un suolo, ad una velocità diciamo di circa centosettanta chilometri orari, ecco: ti senti improvvisamente libero da ogni vincolo, ti metti in gioco e ci stai dentro.
Ci sono momenti in cui vorresti sporcarti del suo rossetto, in cui vorresti stringerle il seno quasi a farle male: ed è solo una tua idea, perché sei da solo, respiri l'aria fina di una notte autunnale da dentro un casco mentre il mondo ti vola indietro a circa centosettanta chilometri orari, le luci degli svincoli illuminano le tue traiettorie e le dita della tua mano destra accarezzano nervose la leva del freno anteriore.
Ci sono momenti in cui quasi naturalmente cambi strada per tornare a casa, perché "quella" non è più la TUA strada, e quella non è più la TUA casa.
Ci sono momenti in cui il vento e la pioggia diventano - nonostante le rotture di coglioni a tener diritta la moto con te sopra - il tuo ambiente naturale, il tuo habitat migliore.
Ci sono momenti che sono solo momenti, fottutamente irrazionali, dove chi guida non sei tuo ma il tuo "super io" - illogico alla luce del giorno ma così freddamente razionale quando il buio ti circonda.
Sono solo momenti.
Passano.
Ci sono momenti in cui la concentrazione di alcool nel sangue ti creerà sicuramente problemi, domani: ma nel frattempo i problemi te li risolve. O ti aiuta a metterli - come la polvere - "sotto al tappeto".
Ci sono momenti in cui ESSERE una bestia metà uomo e metà macchina, una bestia da poco più di cento cavalli per quasi quattrocento chili di peso, ti fa sentire vivo. Ci sono momenti in cui avvertire la fragilità della tua esistenza mentre il tuo ESSERE viaggia a pochi centimetri da un suolo, ad una velocità diciamo di circa centosettanta chilometri orari, ecco: ti senti improvvisamente libero da ogni vincolo, ti metti in gioco e ci stai dentro.
Ci sono momenti in cui vorresti sporcarti del suo rossetto, in cui vorresti stringerle il seno quasi a farle male: ed è solo una tua idea, perché sei da solo, respiri l'aria fina di una notte autunnale da dentro un casco mentre il mondo ti vola indietro a circa centosettanta chilometri orari, le luci degli svincoli illuminano le tue traiettorie e le dita della tua mano destra accarezzano nervose la leva del freno anteriore.
Ci sono momenti in cui quasi naturalmente cambi strada per tornare a casa, perché "quella" non è più la TUA strada, e quella non è più la TUA casa.
Ci sono momenti in cui il vento e la pioggia diventano - nonostante le rotture di coglioni a tener diritta la moto con te sopra - il tuo ambiente naturale, il tuo habitat migliore.
Ci sono momenti che sono solo momenti, fottutamente irrazionali, dove chi guida non sei tuo ma il tuo "super io" - illogico alla luce del giorno ma così freddamente razionale quando il buio ti circonda.
Sono solo momenti.
Passano.
giovedì 28 agosto 2014
The fog.
un'apocalisse morbida, soffice, lattiginosa.
mi sveglio, apro gli occhi e sono nella nebbia dentro casa
mia.
uno strano sapore metallico ristagna in bocca, ieri sera
devo aver fatto bisboccia - ah, si, la pizza con Anna e le due bocce di vino
rosso (non avevo altro in casa).
dovrei alzarmi, ma vorrei partire. si, ancora. fuggire,
fuggirmi, oppure conoscere, scoprire, vedere, sorprendermi. ecco, questa cosa
della routine che mi uccide è davvero fastidiosa, a quarant'anni sarebbe anche
ora che mi dia una regolata: ma non riesco, sto continuamente forzando me
stesso, nuotando controcorrente (io che non so nuotare: figuriamoci!).
mentre mi lavo i denti l'immagine davanti a me è di un
vecchio malandato, sicuramente con problemi al fegato, probabilmente con
problemi al sonno. una pelle floscia, macchiata da vene venuzze e nei vari,
sotto gli occhi due borse enormi, la palpebra bassa all'orizzonte. e quel mondo
enorme che cerca di fuggire all'elastico dei pantaloni del pigiama, un blob che parla di vizi e stravizi, di notti insonni, di abusi da
frigorifero: che parla di me.
mentre stringo i lacci delle polacchine ho il
fiatone, e considerando i due pacchetti (uno vuoto, l'altro a metà) di camel blu
sul comò mi reputo quasi fortunato - ma mi prenderei a schiaffi lo stesso: di
tutti i fottuti vizi quello del fumo è l'unico che non riesco a perdonarmi. il
caffé al mattino è solo un rito, un'altra sciocca abitudine che non mi dà
alcuna soddisfazione - anzi: sostituisce al pungente sapore di menta del
dentifricio un gustaccio che, bah, forse si, una volta amavo; oggi mi fa solo
schifo. o se non schifo, quasi.
fuori dal portone l'aria del mattino è frizzante, unica
piccola gioia mentre indosso il casco ed i guanti. sposto con fatica una moto
che sembra quasi opporsi nemica, proprio lei che solo qualche settimana fa era
come la mia donna vorrei fosse: confortevole, paciosa ma forte quando serve,
protettiva sempre, divertente spesso. no, oggi - rientrando anch'essa nell'insieme
del tran tran quotidiano - è solo un grosso baloccone nero di plastica e ferro che
deve portarmi velocemente in un ufficio, oggi non è il mio mostro da mille
chilometri ma un enorme commuter da commissioni in città.
mentre bestemmio silenziosamente dietro il policarbonato della
visiera sporca di moscerini d'altri mondi faccio fatica ad immaginare la
tangenziale come la route alpina franzosa o la strada che da brixen porta a
lienz. no, è impossibile anche sognare qualcosa del genere mentre faccio lo
slalom tra camion e automobilisti più rincoglioniti di me con un occhio sul
telefono ed uno sulla strada.
dove vado, dove sto andando? ma è quindi questo il mio
percorso? per cosa sto bruciando ore di vita? la filosofia irrompe violenta
nella vita reale quando ti accorgi che qualcosa non va, quando il mood è
perennemente sul grigio andante, quando "ci sta la mattina storta, ma che
alzarsi tutti i giorni diventi un ultimo miglio allora no".
concludo i miei ragionamenti, spengo il motore, mi levo il
casco e mi avvio provando davanti al riflesso di una vetrina un sorriso fasullo
che sia almeno un pò credibile prima di entrare in ufficio.
buon giorno.
[ P.s.: non è che per forza dev'essere tutto vero ;) ]
domenica 24 agosto 2014
Route des grandes alpes, 2014
Visto che se non mi stanco fino a strisciare la lingua per terra non sono contento, alla fine della mia vacanza in terra natìa - dopo un viaggio di rientro comodo ma comunque lunghettino... - mi sono concesso una quattro giorni alpina con alcuni amici di sempre.
Ultimo giorno di moto, si riparte accompagnati da una lieve foschia che subito si dirada mentre attraversiamo le langhe - splendido territorio, belle strade.
Gli interfoni bluetooth sono molto comodi, sopratutto quando all'ultimo del gruppo si blocca la gomma posteriore per un problema ai freni. In quel caso anche un attrezzo multiuso Leathermann è molto utile.
La Provenza è meravigliosa. Sopratutto per le ragazze, le signore, le mamme, le figlie.
Devo usare una marcia superiore, sempre. Devo imparare ad usare una marcia superiore, a scapito della reattività della moto (se sono in quarta e sottocoppia non sempre il motore è pronto a reagire).
Devo imparare a fare bene i tornanti. Con la Bandit (dopo tre anni...) avevo alla fine imparato, con la RT c'è da rifare tutto o quasi.
Devo sostituire i guanti corti: gli IXS hanno dato forfait. Devo far riparare il casco, la guarnizione della visiera fà pietà. Devo fare aggiustare la cerniera della presa d'aria sulla manica della giacca, decisamente.
Le Michelin Pilot Road 4 saranno pur delle belle gomme ma finora tutta sta bellezza io non la vedo. Se continua così al prossimo cambio rimetto su le 3.
Ringraziamenti
Il percorso
In principio la destinazione doveva essere la "foresta nera" in Tedeschia, ma questioni logistiche, climatiche eccetera eccetera hanno portato il percorso su un tratto della "Route des grandes Alpes" - una strada alpina molto turistica in territorio franzoso. Strada peraltro percorsa in passato (credo tre anni fa) con l'eterno e paziente amico Pierluigi e con la mia fidata Suzuki Bandit 1250SA.
Allora fu un viaggio molto bello ma molto stancante, questa volta invece è stato un viaggio molto bello ed un pò meno stancante :D
Prima e dopo :) |
I cinque che fecero l'impresa
L'allegra comitiva è composta, oltre che dal sottoscritto, da: Pierluigi, grande amico e trainer motivazionale, uomo di fine umorismo, macinatore di chilometri e gran piegone; Gianluca, il team leader di questa passeggiata, vero motard (non come me insomma...); Maurizio e Gianni, recenti amicizie nate all'interno del cléb BMW, coi quali avevo già condiviso la follia l'esperienza della cavalcata coast-to-coast notturna di qualche tempo fa. Da segnalare che Gianni si è aggregato al gruppo solo Sabato, in maniera quantomeno divertente.
Preambolo
E' buona norma prepararsi ad un viaggio tanto fisicamente quanto psicologicamente almeno - ma dico ALMENO - un giorno prima; sopratutto se come me non si hanno più vent'anni E si ha il fiato cortissimo. Giovedì si parte per la passeggiata in moto, Mercoledì sera - dopo una pizza con Maurizio (vedi sopra) ed un altro amico - non chiudo occhio prima delle tre e mezza del mattino. Questo dopo aver, Martedì, preso la moto a Catania ed averla parcheggiata a Bologna (circa 1200km in giornata); non senza - anche lì... - aver cenato in compagnia e fatto tardi al Lunedì sera precedente.
Insomma, ecco, diciamo che mi sono preparato a questa esperienza di viaggio come se fosse l'ultima sigaretta prima del muro.
Il viaggio
Non so come riesco ad essere puntuale all'appuntamento della partenza: si parte subito in direzione La Spezia svalicando gli appennini da Maranello/Serramazzoni a Castelnovo Dé Monti/Fivizzano/Aulla. Strada piacevole, mediamente veloce. Per me che sono un fermone.
Quindi: Cinque Terre, Santa Margherita Ligure - dove ci fermiamo a pranzo e dove un fdp ignoto mi riga, col parcheggio a cazzo del suo motorino dimmerda, una borsa della moto.
Proseguiamo poi per Ventimiglia, dove in teoria vorremmo pernottare: se non fosse che è Ferragosto, che Ventimiglia è un paese balneare e che è tutto pieno murato fino a Mentone. Insomma, "Houston, abbiamo un problema". Cerchiamo subito una alternativa non troppo lontana e vien fuori che a Dolceacqua c'è un posto: chiamiamo, ci informiamo, decidiamo di andare oltreconfine perché l'indicazione non ci piace. Ed è così che comincia il percorso divertente (sopratutto da stanchi ed accaldati ed amanti degli asfalti approssimativi...) verso Sospel, carinissimo paesino provenzale facilmente raggiungibile dalla SP73 e quindi dalla D93 franzosa. Meglio arrivarci in elicottero, però...
Sospel |
Umarell a Sospel (notare gli umarell tecnologici sulla sinistra...) |
Ora, apro una parentesi. Cosa ricordate di più dei viaggi in moto verso l'Austria? Esatto: una volta superati i confini nazionali la qualità degli asfalti e dei paesaggi diventa superlativa. Ecco, in questo caso è esattamente il contrario: appena si entra in Francia la manutenzione delle strade appare ferma alla fine della prima guerra mondiale. L'ideale per me che ho una tourer nata in Germania. Chiusa parentesi.
Arrivati a Sospel, Pierluigi e Gianluca vanno alla ricerca di un posticino dove riposare le stanche membra; dopo una buona mezz'ora di ricerca impariamo che le strutture del paese sono piene zeppe - e quindi ci tocca rifare la stessa strada (incubo, credetemi, incubo) per andare verso Dolceacqua, dove per grazia di Dio ci han messo da parte quattro camere singole. In realtà poi il paesino si chiama Rocchetta Nervina, e si raggiunge anche questo con una comodissima, larghissima, facilissima provinciale del cazzo che io li fucilerei tutti quanti, quelli che l'hanno disegnata. Se non altro l'albergo - un pò caro... - è molto carino e la cucina interna è validissima.
Il mattino dopo si riparte, destinazione Col Turinì: e porcazozza mi tocca nuovamente l'allegra stradina verso Sospel - se non altro la conosco già... - poi le rosse gole del Daluis, quindi i passi del Vars e la vetta dell'Izoard. E' in questo frangente che mi ricordo all'improvviso di soffrire di vertigini, ed i miei compagni di viaggio per aiutarmi a superare questa difficoltà mi portano su un ponte da dove si effettuano salti col l'elastico. Carini, loro. Se non altro prima di attraversarle grazie al mitico Gianluca ci rifocilliamo un pò con crescente e salame ;)
Nonostante il mio handicap supero abbastanza bene le prove, diciamo che tramite l'interfono Pierluigi non mi manda a cagare ma mi dà le dritte su come affrontare curve e tornanti.
I paesaggi alpini sono spettacolari; la paura della guida viene schiacciata dalla bellezza dei panorami ed arrivo a Briançon senza farmi venire una sincope.
La sincope mi viene quando vedo la bettola dove dormiremo: un pustaz, come si dice qui a Bologna, degno dei peggiori film nòir francesi. Sarà che lo stanno ristrutturando; sarà che c'è crisi; sarà quel che sarà, ma se passate da lì evitate l'hotel Vauban. Che oltretutto è caro rabbioso.
Per cenare troviamo un posticino carino (ma caro ammazzato!) dove assaggio il famoso armagnac: buono, ma sette euro al calice sono decisamente troppi.
Tornati in albergo (albergo è un eufemismo, sarò snob io ma quel posto fa cagare) e connessomi al wifi ricevo un messaggio da Gianni, che mi fa: "Dove siete, dove dormite, dammi un riferimento che domani vengo a girare con voi". Vabbé, penso, Gianni ha preso una botta di caldo e sragiona; ma gli rispondo, gli dico dove siamo e gli auguro la buonanotte.
Grand Hotel Vauban: particolare di pregio... |
Tornati in albergo (albergo è un eufemismo, sarò snob io ma quel posto fa cagare) e connessomi al wifi ricevo un messaggio da Gianni, che mi fa: "Dove siete, dove dormite, dammi un riferimento che domani vengo a girare con voi". Vabbé, penso, Gianni ha preso una botta di caldo e sragiona; ma gli rispondo, gli dico dove siamo e gli auguro la buonanotte.
Alle otto e trenta Gianni è nel parcheggio dell'albergo, pronto a girare con noi dopo una cavalcata degna di un supereroe: motociclisti, strana meravigliosa gente :)
Altro giro, altro divertimento. Ripartiamo rifacendo, ma in senso contrario, Izoard e Vars per poi andare verso il bellissimo Col de la Bonnette ed il Col de la Lombarde. Paesaggi che lasciano senza fiato, strade che almeno una volta nella vita vale la pena fare (per me è la seconda, direi d'essere fortunato!). Quindi Colle della Maddalena a/r, nel senso che arriviamo fino a Vinadio, saliamo fino alla vetta e poi scendiamo per dirigerci verso la nostra fine-tappa giornaliera, a Barbaresco.
Si, in effetti dopo aver fatto le Alpi attraversare il cuneese mette un bel pò di tristezza. Ma arrivati all'albergo "Casa Nicolini" la tristezza svanisce: un luogo bellissimo, una struttura bellissima, una cucina ed una cantina al top - ed il tutto pagando quasi meno che a Briançon, ziobirillo!!!
Dopo una bella doccia rigenerante ed un aperitivo su un terrazzino con vista sui vigneti di Barbaresco ci concediamo una cena molto valida accompagnata da vini importanti, che purtroppo mi si ripresenteranno nel corso della notte. Eh, non sono più il ghepardo di una volta...
Ultimo giorno di moto, si riparte accompagnati da una lieve foschia che subito si dirada mentre attraversiamo le langhe - splendido territorio, belle strade.
Acqui Terme, Ovada, superamento in autostrada di Genova (meglio, valà...), quindi facciamo la simpatica ValTrebbia - simpatica si, magari non alla domenica quando tra "valentinirossi", camper e nonni su Panda diventiamo un pò scemi; ma riusciamo comunque a gustare il meglio di questa bella strada, io lo gusto con la marcia sbagliata ed alla velocità sbagliata come il buon Pierluigi mi fa notare ogni volta che l'interfono riprende il segnale. Devo troppo fare un corso di guida sicura e quindi uno di guida veloce. Magari non con la mia moto, però.
Arrivati a Piacenza dopo una interminabile ed incasinata statale prendiamo l'autobahn verso casa, la gita è finita. Ed il caldo che metro dopo metro torna a livelli estivi ce lo ricorda - i dieci gradi di due giorni fa sono solo un piacevole ricordo :(
Cose da ricordare
Gli interfoni bluetooth sono molto comodi, sopratutto quando all'ultimo del gruppo si blocca la gomma posteriore per un problema ai freni. In quel caso anche un attrezzo multiuso Leathermann è molto utile.
La Provenza è meravigliosa. Sopratutto per le ragazze, le signore, le mamme, le figlie.
Devo usare una marcia superiore, sempre. Devo imparare ad usare una marcia superiore, a scapito della reattività della moto (se sono in quarta e sottocoppia non sempre il motore è pronto a reagire).
Devo imparare a fare bene i tornanti. Con la Bandit (dopo tre anni...) avevo alla fine imparato, con la RT c'è da rifare tutto o quasi.
Devo sostituire i guanti corti: gli IXS hanno dato forfait. Devo far riparare il casco, la guarnizione della visiera fà pietà. Devo fare aggiustare la cerniera della presa d'aria sulla manica della giacca, decisamente.
Le Michelin Pilot Road 4 saranno pur delle belle gomme ma finora tutta sta bellezza io non la vedo. Se continua così al prossimo cambio rimetto su le 3.
Ringraziamenti
Ai miei compagni di viaggio: grazie, di tutto. Sopratutto per la pazienza: so di essere stato un bel pò "pesante" in alcuni momenti e mi dispiace; la prossima volta, se mi vorrete ancora con voi, vedrò di fare ammenda :)
A Gianluca: splendido giro, bei posti, grazie per l'niziativa.
Credits
http://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g187827-d1929775-Reviews-Il_Nostromo-Santa_Margherita_Ligure_Italian_Riviera_Liguria.html
http://www.lagobin.it/
http://www.casanicolini.com/ristorante.php
A Gianluca: splendido giro, bei posti, grazie per l'niziativa.
Credits
http://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g187827-d1929775-Reviews-Il_Nostromo-Santa_Margherita_Ligure_Italian_Riviera_Liguria.html
http://www.lagobin.it/
http://www.casanicolini.com/ristorante.php
venerdì 15 agosto 2014
Caldo.
Giro e rigiro nel letto alle due e mezza di notte. Il cuscino è bagnato, dalla finestra non entra nemmeno un filo d'aria. Con enorme fatica mi tiro sù e vado in cucina, il frigo mi spara in faccia la sua luce del piffero mentre mi accanno alla bottiglia di Levissima quasi ghiacciata.
Prendo il pacchetto nero con la scritta oro e l'accendino, salgo su per le scale e vado in terrazza a cercare pace. Sfilo una delle sigarette, la accendo mentre guardo le luci di Taormina.
Fa caldo. Ma tanto. Mi dico (ancora una volta) che devo assolutamente dimagrire, perdere quintali di ciccia: mica per fare il modello, semplicemente per sopravvivere.
Sono qui da tre - quasi quattro giorni, non ho fatto altro che mangiare/dormire/pisciare/fumare (non necessariamente in quest'ordine); la moto dorme nel box da quando sono arrivato, l'ho usata solo una mattina per andare a far colazione e sono tornato a casa quasi collassato. Agosto in Sicilia non è una vacanza, è una punizione. So che dovrei andare a Siracusa a salutare i tanti e le tante amiche in ferie da quelle parti, ma la voglia è pari a zero. Domani poi è il 15 e se i tempi non son cambiati le strade saranno imballate fin da due o tre ore fa. No, rimango qui, rimango a casa. A soffrire il caldo.
Mi ero ripromesso di non viaggiare più con il caldo, ma questioni famigliari non prorogabili mi hanno spinto in strada; la disponibilità di due carissimi amici a fare un tratto di percorso insieme è stata decisiva nel preferire la moto all'aereo.
Adesso non mi rimane che tornare a letto, cercare di dormire e NON PENSARE al viaggio di ritorno - speriamo di non prendere troppo caldo, né una delle solite tempeste che dallo scorso Giugno stanno rompendo le palle da Roma in sù.
Buonanotte :)
http://www.lestanzedelduomo.com/
http://www.sunrisebeb.it/
http://www.ristorantehernicus.it/
Prendo il pacchetto nero con la scritta oro e l'accendino, salgo su per le scale e vado in terrazza a cercare pace. Sfilo una delle sigarette, la accendo mentre guardo le luci di Taormina.
Fa caldo. Ma tanto. Mi dico (ancora una volta) che devo assolutamente dimagrire, perdere quintali di ciccia: mica per fare il modello, semplicemente per sopravvivere.
Sono qui da tre - quasi quattro giorni, non ho fatto altro che mangiare/dormire/pisciare/fumare (non necessariamente in quest'ordine); la moto dorme nel box da quando sono arrivato, l'ho usata solo una mattina per andare a far colazione e sono tornato a casa quasi collassato. Agosto in Sicilia non è una vacanza, è una punizione. So che dovrei andare a Siracusa a salutare i tanti e le tante amiche in ferie da quelle parti, ma la voglia è pari a zero. Domani poi è il 15 e se i tempi non son cambiati le strade saranno imballate fin da due o tre ore fa. No, rimango qui, rimango a casa. A soffrire il caldo.
Mi ero ripromesso di non viaggiare più con il caldo, ma questioni famigliari non prorogabili mi hanno spinto in strada; la disponibilità di due carissimi amici a fare un tratto di percorso insieme è stata decisiva nel preferire la moto all'aereo.
IL VIAGGIO
Lorenzo e Cristina vogliono andare in Puglia, e mi propongono di fare un pò di strada insieme; viaggiare in compagnia è sempre bello, per cui decido di accettare.
Sono bandite le autostrade, d'altraparte mica siamo automobilisti noi, e così ci troviamo a percorrere la prima metà dello stivale in direzione Anagni valicando e svalicando l'appennino e le colline tutte in generale. Il caldo impèra, la protezione aerodinamica della mia BMW R1200RT è totale ed io schiatto senza che un solo filo d'aria riesca a raggiungermi. Giriamo, ci perdiamo, ci ritroviamo, passiamo da asfalti osceni a piste a cielo aperto (ma sono di più i primi...), ogni tanto ci innervosiamo ma - insomma - alla fine arriviamo ad Anagni dove ci aspetta una doccia da Grand Hotel, una cena splendida ed un letto riposante :)
Il giorno dopo si riparte alla volta di Praia a Mare, dove ci aspettano altri amici. Altro bagno di calore insopportabile, altri chilometri; per (mia) fortuna ad un certo punto decidiamo di prendere la mitica A3: e finalmente posso far scorrere le ruote del mio camion senza timore di improvvise deviazioni in mezzo al nulla, senza paura di dover fare dietrofront cercando di rimanere in sella nonostante le pendenze, la sabbia, i cani che ci inseguono. Ho scelto la moto sbagliata per le esplorazioni, mi sono giocato un bel paio di jolly mentre vagavamo in zone industriali o campagne sconosciute ai più. Arrivati a destinazione mi aspetta stavolta la sorpresa di un b&b decisamente spartano, ma l'accoglienza della gente di Calabria aiuta a superare qualunque difficoltà ed anche questa nottata passa via serena.
Si riparte ancora dopo una piacevole colazione e due chiacchiere con la titolare del b&b, destinazione finale: CASA! Molto rilassante il tratto che da Tortora porta a Lagonegro in A3 (solo la sera prima è stato un inferno, pieno di auto guidate sopratutto da storditi incapaci di intendere e di volere...), quindi sardostrada e via verso il traghetto. Quando arrivo finalmente a Villa S.G. mi chieo perché tutti vadano ad infossarsi all'imbarcadero di Caronte quando quello delle FS è praticamente libero - oh, ma son gusti... Arrivo a casa nel primo pomeriggio, pranzo leggero, giù i bagagli, nanna.
Da ricordare: verificare PRIMA che il navigatore abbia registrato il percorso da fare; NON avventurarsi in strade di dubbia percorribilità; meglio un chilometro in autostrada che dieci metri in discesa con pendenza del 15% in campagna. Ad Avellino non seguire il navi, ma chiedere ad un passante - hanno rimescolato tutti i sensi di marcia e si rischia di girare in tondo per mezz'ore... A Fiuggi, entrando in paese, occhio alle pendenze: il rischio di caracollare per terra è elevato, se non tocchi bene coi piedi per terra. Ad Anagni, dormire alle "Stanze del Duomo" e mangiare al ristorantino subito sotto: prezzi modici a fronte di un lusso smodato.
LA MOTO
La BMW R1200RT è una gran moto da viaggio. La comodità del pilota è vergognosa, nel senso che ci si vergogna per quanto sia comoda. Certo. Sicuramente. Tutto vero, ma NON IN ESTATE - quando il muro di plastica che separa il pilota dal mondo esterno impedisce un qualsivoglia flusso d'aria (fresca o calda non importa, sempre flusso è). Detto questo, con un pieno sono riuscito a fare mediamente 450km; la velocità di crociera col parabrezza sollevato diventa imbarazzante (vedi sopra alla voce "vergognoso"). Mi manca la radio, che in taluni momenti avrebbe un suo perché. E' un pò troppo alta per me e nelle manovre brusche o in forte contropendenza ho perso litri e litri di sudore, temendo di doverla appoggiare a terra - ma sulle strade "normali" è sicuramente la moto giusta.
L'ABBIGLIAMENTO
La giacca IXS EAGLE, seppur priva delle membrane termica ed impermeabile, pur con tutte le prese d'aria aperte, è una giacca di plastica. Con il caldo estremo non la sopporto. Ricordo vagamente che con le giacche in pelle (traforate o no) la sensazione di "morte termica" era comunque inferiore, sarei curioso di riprovarne una. Detto questo, rimane un ottimo capo d'abbigliamento per le temperature che vanno dal "tiepido" al "freddo becco", anche se con acqua.
Il pantalone in cordura della DAINESE è ottimo per le gite a Caponord o comunque con climi fino ai 20°: dopo diventa uno strumento di tortura. Anche in questo caso ho ricordi tuttosommato più confortevoli di capi in pelle - probabilmente non sopporto la plastica sulla pelle a 40°... E mi torna in mente prepotentemente che devo trovare dei capi di underwear che mi isolino dal contatto diretto della plastica sulla pelle e magari che mi tengano un pò asciutto - tipo la roba che fa la SIXT, credo si chiami così quella marca lì-
Gli stivali OXTAR continuano fedeli a fare il loro mestiere da quasi dieci anni (mentre gli scomodi FALCO giacciono nella loro scatola, utilizzati credo due o tre volte e poi bòna lé: dovrò venderli); i guanti corti della IXS sono pressocché defunti dopo credo una o due stagioni, dovrò sostituirli.
Il casco modulare della XLITE va benino, ma considerando l'utilizzo mi sto davvero chiedendo quanto (mi) sia utile un modulare - d'altronde finché non riparerò l'801RR avrò poche alternative...
Buona recensione per il kit bluetooth di Interphone: con Lorenzo e Cristina abbiamo utilizzato i nostri F5 per chiacchierare durante quasi tutto il viaggio, la batteria resiste circa mezza giornata ma usandolo con un pò di accortezza si ottengono risultati migliori. Peccato per il non perfetto accoppiamento F5/navigatore/cellulare - ma forse anche lì, a leggere il manuale delle istruzioni, potrebbero esserci delle piacevoli sorprese, chissà!
I POSTI
Come scrivevo qualche riga fa, se doveste dormire ad Anagni vi suggerisco caldamente di prenotare presso "Le Stanze Del Duomo": non è un albergo nel senso stretto del termine, ma la suite 14 dove io ed i miei amici abbiamo dormito è molto ma molto bella, comoda e con un piccolo terrazzino panoramico godibilissimo. I costi sono decisamente abbordabili. Subito sotto alla suite (no ascensore, ma son solo 4 rampe di scale) c'è il ristorante "Hernicus": se si supera l'antipatia dei tavolini un pò in pendenza allora ci si prepari a gustare un'esperienza gastronomica molto interessante, basata sulle pietanze tipiche della zona. Servizio e cortesia degli addetti sono priceless :)
A Tortora - negli immediati pressi di Praia a Mare - sono stato ospite del b&b "Sunrise"; è una struttura relativamente semplice, credo vi siano cinque camere (delle quali solo tre con bagno privato). No aria condizionata in camera, no wifi: ma se dovessi dire che sono stato male mentirei e nemmeno poco :)
Adesso non mi rimane che tornare a letto, cercare di dormire e NON PENSARE al viaggio di ritorno - speriamo di non prendere troppo caldo, né una delle solite tempeste che dallo scorso Giugno stanno rompendo le palle da Roma in sù.
Buonanotte :)
http://www.lestanzedelduomo.com/
http://www.sunrisebeb.it/
http://www.ristorantehernicus.it/
I tre che fecero l'avventura! |
Panorama dal terrazzino della suite |
La cena all'Hernicus |
La cena all'Hernicus |
La cena all'Hernicus |
Anagni by night |
Anagni by night |
Maratea by night |
Maratea, la superluna, il Redentore e la sua chiesa |
giovedì 17 luglio 2014
Appunti su un racconto che scriverò appena ne avrò voglia.
Appunti su un racconto che scriverò appena ne avrò voglia. Uno dei personaggi sarà Guglielmo Cinti. Di seguito alcune note che saranno poi riprese nel racconto.
- Guglielmo e le strade inesplorate
1869, Africa Centrale; Stanley vede un bianco che prende appunti e consulta delle carte geografiche e lo saluta: "Il dottor Livingstone, suppongo". L'altro alza gli occhi, sorride e risponde: "No, William Chint; il dottor Livingstone si è fermato ad ottanta chilometri da qui, era stanco..."
. Guglielmo e il suo "orologio"
Maggio 1941. Il Fuhrer guarda la mappa dell'europa con i suoi generali a fianco. E' dubbioso, gli viene proposto un raid che semplicemente non è realistico. Chiede al suo interlocutore, un segretario dello Stato Maggiore: "Ma scusi, herr Wilelm Kint, ho capito bene? Due ore per arrivare a Stalingrado? Ma ne è sicuro?". L'altro, con un sorrisino innocente, gli risponde: "Mio Fuhrer, magari non saranno due ore, magari saranno TRE, ma posso garantirle che entro al massimo QUATTRO ore saremo a Leningrado!".
- Guglielmo ed il suo appetito.
Era un caldo giorno del cretaceo terziario, e Gugucì si era svegliato con un leggero languorino e la voglia di fare una bella colazione. All'ora di cena i grandi dinosauri erano completamente estinti.
- Guglielmo e la sua calma nell'affrontare gli imprevisti
1993, Amsterdam. Quentin Tarantino sta lavorando alla sceneggiatura di un suo nuovo film. Solleva il telefono, compone un numero. "Pronto Bill, ehi, senti, stavo pensando a te per un personaggio del mio nuovo film: un tipo deciso, tranquillo, che "risolve i problemi". Pensavo di chiamarlo Wolf. Si comincia a girare tra un mese. Cosa ne dici?". Dall'altra parte della cornetta Bill Chintsky, con un faccino un pò triste, risponde: "Ma noooo, Quentin, te l'avevo detto che devo andare in Cappadocia a censire le strade sterrate, scusa...".
E ci sarebbe ancora da dire di quando il primo uomo sulla Luna, tutto contento ed emozionato, appena fissata l'asta della bandiera sul suolo polveroso e butterato vide incredulo con la coda dell'occhio un tizio strano, in tenuta da motociclista, che gli si avvicina e dice: "Senta, mi scusi, sa mica dirmi se c'è un distributore di benzina nei paraggi? Sa, sono arrivato qui seguendo una scorciatoia ma mi sa che mi sono perso..."
O, per parlare della sua calma proverbiale che però cela un carattere forte, di quando - durante la seconda guerra mondiale - era a fianco di Harry Truman: "Minchia, Guglielmo, questa guerra sta andando per le lunghe ed io vorrei risolvere il problema polverizzando almeno la loro città di Hiroshima"; Guglielmo, viso preoccupato ma nemmeno tanto: "Vabbé, dai, Harry, possiamo trovare anche altre soluzioni...". Truman di rimando, quasi sovrappensiero: "E hanno anche messo un casello sulla strada che porta da Hiroshima a Yamaguchi...". Guglielmo, improvvisamente paonazzo in viso e con gli occhi iniettati di sangue: "Nuclearizziamoli!!!".
Per chi non lo sapesse, Guglielmo è la guida spirituale dei nostri giri in moto di quest'anno, ed è un tipo particolare: quando John Rambo si ferma davanti al fiume perché non sa come guadarlo, Guglia è dall'altra parte che gli dice: "Vieni tranquillo, l'acqua non è profonda e la corrente è leggera". Hanno dovuto trovare un'altra controfigura a Stallone, fà te :D
lunedì 14 luglio 2014
domenica 13 luglio 2014
Dal Tirreno all'Adriatico in notturna.
Viaggiare. Ogni tanto ci penso, ma cos'è che mi piace tanto nel viaggiare? L'idea che stai seguendo te stesso? L'infantile e forse stupida gioia nel condurre un veicolo? Cioé, filosoficamente perché un viaggio mi lascia delle tracce emotive così forti dentro?
Boh? Se vi viene in mente una risposta più o meno concreta o razionale provate a dirmela :D
Io nel frattempo ieri pomeriggio, coinvolgendo in questa piccola avventura un mio nuovo amico blogger - lui si viaggia: ma persulserio, mica come me ;) - ieri pomeriggio alle cinque e qualcosa sono partito da Bologna per una transappenninica dal Tirreno all'Adriatico in notturna.
Giro nato in casa BMW cléb, disegnato a grandi linee dall'indistruttibile Guglielmo, ha visto dieci temerari (deficienti? incoscienti? sognatori ed avventurieri?) partire da Casalecchio di Reno alla volta di Marina di Grosseto: tappa iniziale di un giro che doveva portarci poi sulle coste adriatiche scavallando l'appennino.
Già dai primi chilometri abbiamo sospettato che la tanto sperata compagnia della megamaxi luna piena sarebbe stata diciamo approssimativa: sulla Porrettana (la SS64 che da Bologna porta a Pistoia è una gran strada, forse sottovalutata nei giri mototuristici) subito prima di Vergato abbiamo indossato le tute antiacqua, ed in effetti appena usciti dall'abitato di acqua ne abbiamo presa un bel pò quasi ininterrottamente fino a Marina di Grosseto. Lo sapete che lì abbiamo dieci caccia della FIR sempre pronti negli hangar? Che figata passarci a fianco.
Dopo una cena frugale (oddio, ecco, diciamo, fàmo finta che) abbiamo inforcato le moto già da subito sotto la nostra amica Pioggerellina, che a tratti ha chiamato pure il suo amico Acquazzone. La luna in spiaggia l'abbiamo intuita, più che vederla.
Scansano, Manciano, Pitigliano - con un primo veloce break per vedere le mura della città illuminate di notte, ovviamente siamo arrivati appena fuoritempo.
Quindi da Orvieto a Todi passando a fianco del lago di Corbara (strada molto bella, sopratutto durante un plenilunio asciutto...), la Tre Valli Umbre (carina) e la Valnerina - che fatta con la nebbia alle quattro del mattino, con le luci della Luna che và e del Sole che arriva ha il suo porco perché!
Sbucare alle primissime luci dell'alba sull'altopiano di Castelluccio dalla strada provinciale che da Norcia porta ad Arquata del Tronto è un'esperienza quasi mistica.
A me ricorda molto l'arrivo a Fonte Vetica da Castel del Monte, quando ad un certo punto la visuale si apre a sorpresa e ti ritrovi come in un altro mondo.
Qui nella "piana" ci fermiano a fare qualche foto ma sopratutto a lasciare che l'alba ci dia il "buongiorno" con negli occhi queste colline che sembrano disegnate al computer, i cinghiali che corrono in fondo, gli appennini accarezzati dalle nuvole... no, vabbé, lasciamo perdere: non so descriverlo, ma posso garantirvi che è bellissimo. Se non volete fare una "notturna" anche voi, prenotate da dormire lì nei pressi ed andateci alle prime ore del mattino: poi ditemi che vi ho dato un cattivo consiglio ;)
Alla fine del giro, ultima faticosissima tappa (le ore di viaggio al buio e sotto la tensione dell'acqua hanno presentato il conto) sul lungomare di Ascoli per le foto di rito, dove in teoria volevamo fermarci un attimo per riposare ma il clima (sopratutto le tre o quattro trombe marine in formazione poco al largo...) ci ha suggerito di risalire in sella alla volta di casa.
Com'è stata questa esperienza? Bellissima.
Cioé: lì per lì ero sempre nervoso, teso, spaventato; ma ad ogni stop vedevo il segmento di tracciato immediatamente precedente come un piccolo bijoux, qualcosa di bello da ricordare.
Pur abituato a guidare di notte da oramai più di dieci anni, sono comunque rimasto stupito della mia resistenza fisica e psicologica (la moto non è l'auto, e guidare sulle provinciali o statali con la pioggia no nè come essere in autostrada). Mi sono reso conto di quanto sia efficiente la mia nuova moto, enormemente più comoda e sicura della Bandit 1250 ma più impegnativa per le masse - comunque un giro così con la B12 non sarei mai riuscito a farlo. Ed è bello trovare sempre conferme nella gente che mi accompagna, negli amici del cléb: con Carlo che mi teneva sveglio con le chiacchiere nell'interfono, Cristian che si è prestato a darmi il cambio in coda piuttosto che ad aspettarmi agli incroci, Giulio che è un mulo da soma; e Maurizioe Gianni che son due da balotta, Lorenzo e Pier che non sto più a citarli perché sarebbe una noia, Guglielmo che se non gli spari alle gomme stai fresco che si ferma. Ed Alessandro, la new entry di questa gita, che ci ha regalato la sua compagnia e si è regalato (spero) una piacevole distrazione dal suo "lavoro" di motoblogger.
Adesso nanna ché son bollito.
Alla prossima :)
lunedì 7 luglio 2014
7 7 7
Quanto tempo sono sette anni? Una eternità, oppure un soffio, credo dipenda dal punto di vista dell'osservatore. O anche da quanto hai vissuto in sette anni, quante emozioni, quanto tutto.
Sette anni fa oggi ero felice. Con la mia allora moglie ed una coppia di carissimi amici stavo scoprendo Dobbiaco e le zone limitrofe, posti così belli che appena rientrato a Bologna iniziai a verificare la possibilità di un trasferimento della famiglia. Toblach, Innichen, Brixen: posti deliziosi, dove si mangia bene e si dorme meglio.
Sette anni fa domani improvvisamente una brutta notizia. La perfezione, la magia di quella vacanza [è] sparita d'un tratto. Giri di telefonate a cercar conferme che purtroppo sono arrivate. Ho pianto.
Ci pensavo proprio l'altroieri, mentre casualmente ripercorrevo le stesse strade.
Oggi la moda delle supersportive è gradualmente cessata, oggi tanti amici preferiscono divertirsi andando in fuoristrada o macinando chilometri come me. Ma sette anni fa la musica era diversa, eravate veramente in tanti a consumare gomme e vite su e giù per i passi montani. E tu nel tuo piccolo eri un discreto artista.
Caro Federico, è andata così. Non ti dimentichiamo.
Sette anni fa oggi ero felice. Con la mia allora moglie ed una coppia di carissimi amici stavo scoprendo Dobbiaco e le zone limitrofe, posti così belli che appena rientrato a Bologna iniziai a verificare la possibilità di un trasferimento della famiglia. Toblach, Innichen, Brixen: posti deliziosi, dove si mangia bene e si dorme meglio.
Sette anni fa domani improvvisamente una brutta notizia. La perfezione, la magia di quella vacanza [è] sparita d'un tratto. Giri di telefonate a cercar conferme che purtroppo sono arrivate. Ho pianto.
Ci pensavo proprio l'altroieri, mentre casualmente ripercorrevo le stesse strade.
Oggi la moda delle supersportive è gradualmente cessata, oggi tanti amici preferiscono divertirsi andando in fuoristrada o macinando chilometri come me. Ma sette anni fa la musica era diversa, eravate veramente in tanti a consumare gomme e vite su e giù per i passi montani. E tu nel tuo piccolo eri un discreto artista.
Caro Federico, è andata così. Non ti dimentichiamo.
domenica 15 giugno 2014
Si, viaggiare...
Un'altro viaggio è finito, un gran bel lungo viaggio.
Due settimane di avventure, risate, tanto cibo, noia, sigarette, caldo, pioggia, facce belle.
E' stato il primo "wide range test" per la nuova moto, e nel complesso ne sono soddisfatto: certo, manca un pò il masochistico romanticismo della banditona (e manca anche l'aria, quando fa caldo...), ma i pro sono davvero tanti e importanti per me che inizio a diventare vecchietto e certe comodità aiutano a non schiattare chilometro dopo chilometro.
BANDITRADUNO 2014
Che dire? Continua ad essere l'evento che aspetto ogni anno, mi riempio dei sorrisi, delle cazzate, delle grigliate che vengon fuori ad ogni incontro. Quest'anno purtroppo mancava un (bel) pò di gente, ma la compagnia del mio amico Denis, la goliardia della nostra "camerata" e la location scelta sono stati da suogno!
Da portare nell'album dei ricordi: il ristorante sul lago, i cui gestori ci hanno addirittura scarrozzato avantendré (ho adottato l'approccio "Motorrad": eccellenza sempre!); il giro sotto l'acqua da Magione a Castel Rigone, con tanto di ciclista che mi si stava schiantando contro in scivolata; le compresse Brioschi, assolutamente da trovare anche qui a Bologna.
BACK HOME
Anche stavolta andare a casa è stato piacevole, anche stavolta ho usato la moto solo due volte (troppo caldo, poca confidenza con strade e stradaioli locali). Ma la mamma è sempre la mamma, ed è bello scoprire sempre che ti guarda la pancia preoccupata mentre ti rimpinza di leccornie :)
MAZARA: Sergio and the family
Un viaggetto interessante - da rifare magari meglio, con più calma, ma in primavera o autunno... - per andare a trovare un caro e lontano amico. Anche qui grigliata (quasi tutta di pesce) memorabile. Bellissimo il tracciato che passa a fianco del mare in area palermitana, vien voglia di fermarsi - e magari la prossima volta lo farò.
FRIENDS
Cosa dire dei miei (pochi ma ottimi) amici che ho ancora a Catania e dintorni? Dopo tanti anni sono diventati una mia famiglia "allargata", e mi riempie il cuore vedere che i miei "nipotini acquisiti" crescono bene in ambienti ancora sani :)
WAY TO BOLOGNA
Mamma quanto caldo, poi: mamma, quanta acqua. E grandine. Non ricordavo tanta acqua in viaggio dai giri sull'Abetone (poi diventato "l'Innominabile", perché ogni volta che lo si citava in conversazione prendere acqua era una certezza). Il viaggio di rientro mi è sembrato veramente lungo - come ho detto prima: sto invecchiando. Ma la stanchezza è stata ampiamente ripagata dalla serata passata con altri amici venuti da lontano a trovarmi, e tanto basta :)
AND NOW?
E adesso? Adesso "ferie finite", per ora di girare mi son saziato. Adesso sguardo sul display a scrutare tutti gli annunci di lavoro che possono interessarmi. Perché cazzeggiare dopo un pò mi annoia :D
Due settimane di avventure, risate, tanto cibo, noia, sigarette, caldo, pioggia, facce belle.
E' stato il primo "wide range test" per la nuova moto, e nel complesso ne sono soddisfatto: certo, manca un pò il masochistico romanticismo della banditona (e manca anche l'aria, quando fa caldo...), ma i pro sono davvero tanti e importanti per me che inizio a diventare vecchietto e certe comodità aiutano a non schiattare chilometro dopo chilometro.
BANDITRADUNO 2014
Che dire? Continua ad essere l'evento che aspetto ogni anno, mi riempio dei sorrisi, delle cazzate, delle grigliate che vengon fuori ad ogni incontro. Quest'anno purtroppo mancava un (bel) pò di gente, ma la compagnia del mio amico Denis, la goliardia della nostra "camerata" e la location scelta sono stati da suogno!
Da portare nell'album dei ricordi: il ristorante sul lago, i cui gestori ci hanno addirittura scarrozzato avantendré (ho adottato l'approccio "Motorrad": eccellenza sempre!); il giro sotto l'acqua da Magione a Castel Rigone, con tanto di ciclista che mi si stava schiantando contro in scivolata; le compresse Brioschi, assolutamente da trovare anche qui a Bologna.
BACK HOME
Anche stavolta andare a casa è stato piacevole, anche stavolta ho usato la moto solo due volte (troppo caldo, poca confidenza con strade e stradaioli locali). Ma la mamma è sempre la mamma, ed è bello scoprire sempre che ti guarda la pancia preoccupata mentre ti rimpinza di leccornie :)
MAZARA: Sergio and the family
Un viaggetto interessante - da rifare magari meglio, con più calma, ma in primavera o autunno... - per andare a trovare un caro e lontano amico. Anche qui grigliata (quasi tutta di pesce) memorabile. Bellissimo il tracciato che passa a fianco del mare in area palermitana, vien voglia di fermarsi - e magari la prossima volta lo farò.
FRIENDS
Cosa dire dei miei (pochi ma ottimi) amici che ho ancora a Catania e dintorni? Dopo tanti anni sono diventati una mia famiglia "allargata", e mi riempie il cuore vedere che i miei "nipotini acquisiti" crescono bene in ambienti ancora sani :)
WAY TO BOLOGNA
Mamma quanto caldo, poi: mamma, quanta acqua. E grandine. Non ricordavo tanta acqua in viaggio dai giri sull'Abetone (poi diventato "l'Innominabile", perché ogni volta che lo si citava in conversazione prendere acqua era una certezza). Il viaggio di rientro mi è sembrato veramente lungo - come ho detto prima: sto invecchiando. Ma la stanchezza è stata ampiamente ripagata dalla serata passata con altri amici venuti da lontano a trovarmi, e tanto basta :)
AND NOW?
E adesso? Adesso "ferie finite", per ora di girare mi son saziato. Adesso sguardo sul display a scrutare tutti gli annunci di lavoro che possono interessarmi. Perché cazzeggiare dopo un pò mi annoia :D
giovedì 29 maggio 2014
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