giovedì 28 agosto 2014

The fog.

un'apocalisse morbida, soffice, lattiginosa.
mi sveglio, apro gli occhi e sono nella nebbia dentro casa mia.
uno strano sapore metallico ristagna in bocca, ieri sera devo aver fatto bisboccia - ah, si, la pizza con Anna e le due bocce di vino rosso (non avevo altro in casa).

dovrei alzarmi, ma vorrei partire. si, ancora. fuggire, fuggirmi, oppure conoscere, scoprire, vedere, sorprendermi. ecco, questa cosa della routine che mi uccide è davvero fastidiosa, a quarant'anni sarebbe anche ora che mi dia una regolata: ma non riesco, sto continuamente forzando me stesso, nuotando controcorrente (io che non so nuotare: figuriamoci!).

mentre mi lavo i denti l'immagine davanti a me è di un vecchio malandato, sicuramente con problemi al fegato, probabilmente con problemi al sonno. una pelle floscia, macchiata da vene venuzze e nei vari, sotto gli occhi due borse enormi, la palpebra bassa all'orizzonte. e quel mondo enorme che cerca di fuggire all'elastico dei pantaloni del pigiama, un blob che parla di vizi e stravizi, di notti insonni, di abusi da frigorifero: che parla di me.

mentre stringo i lacci delle polacchine ho il fiatone, e considerando i due pacchetti (uno vuoto, l'altro a metà) di camel blu sul comò mi reputo quasi fortunato - ma mi prenderei a schiaffi lo stesso: di tutti i fottuti vizi quello del fumo è l'unico che non riesco a perdonarmi. il caffé al mattino è solo un rito, un'altra sciocca abitudine che non mi dà alcuna soddisfazione - anzi: sostituisce al pungente sapore di menta del dentifricio un gustaccio che, bah, forse si, una volta amavo; oggi mi fa solo schifo. o se non schifo, quasi.

fuori dal portone l'aria del mattino è frizzante, unica piccola gioia mentre indosso il casco ed i guanti. sposto con fatica una moto che sembra quasi opporsi nemica, proprio lei che solo qualche settimana fa era come la mia donna vorrei fosse: confortevole, paciosa ma forte quando serve, protettiva sempre, divertente spesso. no, oggi - rientrando anch'essa nell'insieme del tran tran quotidiano - è solo un grosso baloccone nero di plastica e ferro che deve portarmi velocemente in un ufficio, oggi non è il mio mostro da mille chilometri ma un enorme commuter da commissioni in città.

mentre bestemmio silenziosamente dietro il policarbonato della visiera sporca di moscerini d'altri mondi faccio fatica ad immaginare la tangenziale come la route alpina franzosa o la strada che da brixen porta a lienz. no, è impossibile anche sognare qualcosa del genere mentre faccio lo slalom tra camion e automobilisti più rincoglioniti di me con un occhio sul telefono ed uno sulla strada.

dove vado, dove sto andando? ma è quindi questo il mio percorso? per cosa sto bruciando ore di vita? la filosofia irrompe violenta nella vita reale quando ti accorgi che qualcosa non va, quando il mood è perennemente sul grigio andante, quando "ci sta la mattina storta, ma che alzarsi tutti i giorni diventi un ultimo miglio allora no".

concludo i miei ragionamenti, spengo il motore, mi levo il casco e mi avvio provando davanti al riflesso di una vetrina un sorriso fasullo che sia almeno un pò credibile prima di entrare in ufficio.


buon giorno.


[ P.s.: non è che per forza dev'essere tutto vero ;) ]

domenica 24 agosto 2014

Route des grandes alpes, 2014

Visto che se non mi stanco fino a strisciare la lingua per terra non sono contento, alla fine della mia vacanza in terra natìa - dopo un viaggio di rientro comodo ma comunque lunghettino... - mi sono concesso una quattro giorni alpina con alcuni amici di sempre.

Il percorso

In principio la destinazione doveva essere la "foresta nera" in Tedeschia, ma questioni logistiche, climatiche eccetera eccetera hanno portato il percorso su un tratto della "Route des grandes Alpes" - una strada alpina molto turistica in territorio franzoso. Strada peraltro percorsa in passato (credo tre anni fa) con l'eterno e paziente amico Pierluigi e con la mia fidata Suzuki Bandit 1250SA.
Allora fu un viaggio molto bello ma molto stancante, questa volta invece è stato un viaggio molto bello ed un pò meno stancante :D 
Prima e dopo :)
 I cinque che fecero l'impresa

L'allegra comitiva è composta, oltre che dal sottoscritto, da: Pierluigi, grande amico e trainer motivazionale, uomo di fine umorismo, macinatore di chilometri e gran piegone; Gianluca, il team leader di questa passeggiata, vero motard (non come me insomma...); Maurizio e Gianni, recenti amicizie nate all'interno del cléb BMW, coi quali avevo già condiviso la follia l'esperienza della cavalcata coast-to-coast notturna di qualche tempo fa. Da segnalare che Gianni si è aggregato al gruppo solo Sabato, in maniera quantomeno divertente.

Preambolo

E' buona norma prepararsi ad un viaggio tanto fisicamente quanto psicologicamente almeno - ma dico ALMENO - un giorno prima; sopratutto se come me non si hanno più vent'anni E si ha il fiato cortissimo. Giovedì si parte per la passeggiata in moto, Mercoledì sera - dopo una pizza con Maurizio (vedi sopra) ed un altro amico - non chiudo occhio prima delle tre e mezza del mattino. Questo dopo aver, Martedì, preso la moto a Catania ed averla parcheggiata a Bologna (circa 1200km in giornata); non senza - anche lì... - aver cenato in compagnia e fatto tardi al Lunedì sera precedente.
Insomma, ecco, diciamo che mi sono preparato a questa esperienza di viaggio come se fosse l'ultima sigaretta prima del muro.

Il viaggio

Non so come riesco ad essere puntuale all'appuntamento della partenza: si parte subito in direzione La Spezia svalicando gli appennini da Maranello/Serramazzoni a Castelnovo Dé Monti/Fivizzano/Aulla. Strada piacevole, mediamente veloce. Per me che sono un fermone.



Quindi: Cinque Terre, Santa Margherita Ligure - dove ci fermiamo a pranzo e dove un fdp ignoto mi riga, col parcheggio a cazzo del suo motorino dimmerda, una borsa della moto.


Proseguiamo poi per Ventimiglia, dove in teoria vorremmo pernottare: se non fosse che è Ferragosto, che Ventimiglia è un paese balneare e che è tutto pieno murato fino a Mentone. Insomma, "Houston, abbiamo un problema". Cerchiamo subito una alternativa non troppo lontana e vien fuori che a Dolceacqua c'è un posto: chiamiamo, ci informiamo, decidiamo di andare oltreconfine perché l'indicazione non ci piace. Ed è così che comincia il percorso divertente (sopratutto da stanchi ed accaldati ed amanti degli asfalti approssimativi...) verso Sospel, carinissimo paesino provenzale facilmente raggiungibile dalla SP73 e quindi dalla D93 franzosa. Meglio arrivarci in elicottero, però...

Sospel

Umarell a Sospel (notare gli umarell tecnologici sulla sinistra...)
Ora, apro una parentesi. Cosa ricordate di più dei viaggi in moto verso l'Austria? Esatto: una volta superati i confini nazionali la qualità degli asfalti e dei paesaggi diventa superlativa. Ecco, in questo caso è esattamente il contrario: appena si entra in Francia la manutenzione delle strade appare ferma alla fine della prima guerra mondiale. L'ideale per me che ho una tourer nata in Germania. Chiusa parentesi.

Arrivati a Sospel, Pierluigi e Gianluca vanno alla ricerca di un posticino dove riposare le stanche membra; dopo una buona mezz'ora di ricerca impariamo che le strutture del paese sono piene zeppe - e quindi ci tocca rifare la stessa strada (incubo, credetemi, incubo) per andare verso Dolceacqua, dove per grazia di Dio ci han messo da parte quattro camere singole. In realtà poi il paesino si chiama Rocchetta Nervina, e si raggiunge anche questo con una comodissima, larghissima, facilissima provinciale del cazzo che io li fucilerei tutti quanti, quelli che l'hanno disegnata. Se non altro l'albergo - un pò caro... - è molto carino e la cucina interna è validissima.


Il mattino dopo si riparte, destinazione Col Turinì: e porcazozza mi tocca nuovamente l'allegra stradina verso Sospel - se non altro la conosco già... - poi le rosse gole del Daluis, quindi i passi del Vars e la vetta dell'Izoard. E' in questo frangente che mi ricordo all'improvviso di soffrire di vertigini, ed i miei compagni di viaggio per aiutarmi a superare questa difficoltà mi portano su un ponte da dove si effettuano salti col l'elastico. Carini, loro. Se non altro prima di attraversarle grazie al mitico Gianluca ci rifocilliamo un pò con crescente e salame ;)


 

Nonostante il mio handicap supero abbastanza bene le prove, diciamo che tramite l'interfono Pierluigi non mi manda a cagare ma mi dà le dritte su come affrontare curve e tornanti. 
I paesaggi alpini sono spettacolari; la paura della guida viene schiacciata dalla bellezza dei panorami ed arrivo a Briançon senza farmi venire una sincope. 

 


La sincope mi viene quando vedo la bettola dove dormiremo: un pustaz, come si dice qui a Bologna, degno dei peggiori film nòir francesi. Sarà che lo stanno ristrutturando; sarà che c'è crisi; sarà quel che sarà, ma se passate da lì evitate l'hotel Vauban. Che oltretutto è caro rabbioso.

Grand Hotel Vauban: particolare di pregio...
Per cenare troviamo un posticino carino (ma caro ammazzato!) dove assaggio il famoso armagnac: buono, ma sette euro al calice sono decisamente troppi.




Tornati in albergo (albergo è un eufemismo, sarò snob io ma quel posto fa cagare) e connessomi al wifi ricevo un messaggio da Gianni, che mi fa: "Dove siete, dove dormite, dammi un riferimento che domani vengo a girare con voi". Vabbé, penso, Gianni ha preso una botta di caldo e sragiona; ma gli rispondo, gli dico dove siamo e gli auguro la buonanotte. 
Alle otto e trenta Gianni è nel parcheggio dell'albergo, pronto a girare con noi dopo una cavalcata degna di un supereroe: motociclisti, strana meravigliosa gente :)

Altro giro, altro divertimento. Ripartiamo rifacendo, ma in senso contrario, Izoard e Vars per poi andare verso il bellissimo Col de la Bonnette ed il Col de la Lombarde. Paesaggi che lasciano senza fiato, strade che almeno una volta nella vita vale la pena fare (per me è la seconda, direi d'essere fortunato!). Quindi Colle della Maddalena a/r, nel senso che arriviamo fino a Vinadio, saliamo fino alla vetta e poi scendiamo per dirigerci verso la nostra fine-tappa giornaliera, a Barbaresco. 




Si, in effetti dopo aver fatto le Alpi attraversare il cuneese mette un bel pò di tristezza. Ma arrivati all'albergo "Casa Nicolini" la tristezza svanisce: un luogo bellissimo, una struttura bellissima, una cucina ed una cantina al top - ed il tutto pagando quasi meno che a Briançon, ziobirillo!!!
Dopo una bella doccia rigenerante ed un aperitivo su un terrazzino con vista sui vigneti di Barbaresco ci concediamo una cena molto valida accompagnata da vini importanti, che purtroppo mi si ripresenteranno nel corso della notte. Eh, non sono più il ghepardo di una volta...

Ultimo giorno di moto, si riparte accompagnati da una lieve foschia che subito si dirada mentre attraversiamo le langhe - splendido territorio, belle strade. 
Acqui Terme, Ovada, superamento in autostrada di Genova (meglio, valà...), quindi facciamo la simpatica ValTrebbia - simpatica si, magari non alla domenica quando tra "valentinirossi", camper e nonni su Panda diventiamo un pò scemi; ma riusciamo comunque a gustare il meglio di questa bella strada, io lo gusto con la marcia sbagliata ed alla velocità sbagliata come il buon Pierluigi mi fa notare ogni volta che l'interfono riprende il segnale. Devo troppo fare un corso di guida sicura e quindi uno di guida veloce. Magari non con la mia moto, però.

Arrivati a Piacenza dopo una interminabile ed incasinata statale prendiamo l'autobahn verso casa, la gita è finita. Ed il caldo che metro dopo metro torna a livelli estivi ce lo ricorda - i dieci gradi di due giorni fa sono solo un piacevole ricordo :(

Cose da ricordare

Gli interfoni bluetooth sono molto comodi, sopratutto quando all'ultimo del gruppo si blocca la gomma posteriore per un problema ai freni. In quel caso anche un attrezzo multiuso Leathermann è molto utile.

La Provenza è meravigliosa. Sopratutto per le ragazze, le signore, le mamme, le figlie.

Devo usare una marcia superiore, sempre. Devo imparare ad usare una marcia superiore, a scapito della reattività della moto (se sono in quarta e sottocoppia non sempre il motore è pronto a reagire).

Devo imparare a fare bene i tornanti. Con la Bandit (dopo tre anni...) avevo alla fine imparato, con la RT c'è da rifare tutto o quasi.

Devo sostituire i guanti corti: gli IXS hanno dato forfait. Devo far riparare il casco, la guarnizione della visiera fà pietà. Devo fare aggiustare la cerniera della presa d'aria sulla manica della giacca, decisamente.

Le Michelin Pilot Road 4 saranno pur delle belle gomme ma finora tutta sta bellezza io non la vedo. Se continua così al prossimo cambio rimetto su le 3.

Ringraziamenti

Ai miei compagni di viaggio: grazie, di tutto. Sopratutto per la pazienza: so di essere stato un bel pò "pesante" in alcuni momenti e mi dispiace; la prossima volta, se mi vorrete ancora con voi, vedrò di fare ammenda :)
A Gianluca: splendido giro, bei posti, grazie per l'niziativa.

Credits

http://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g187827-d1929775-Reviews-Il_Nostromo-Santa_Margherita_Ligure_Italian_Riviera_Liguria.html

http://www.lagobin.it/

http://www.casanicolini.com/ristorante.php

venerdì 15 agosto 2014

Caldo.

Giro e rigiro nel letto alle due e mezza di notte. Il cuscino è bagnato, dalla finestra non entra nemmeno un filo d'aria. Con enorme fatica mi tiro sù e vado in cucina, il frigo mi spara in faccia la sua luce del piffero mentre mi accanno alla bottiglia di Levissima quasi ghiacciata.

Prendo il pacchetto nero con la scritta oro e l'accendino, salgo su per le scale e vado in terrazza a cercare pace. Sfilo una delle sigarette, la accendo mentre guardo le luci di Taormina.

Fa caldo. Ma tanto. Mi dico (ancora una volta) che devo assolutamente dimagrire, perdere quintali di ciccia: mica per fare il modello, semplicemente per sopravvivere.
Sono qui da tre - quasi quattro giorni, non ho fatto altro che mangiare/dormire/pisciare/fumare (non necessariamente in quest'ordine); la moto dorme nel box da quando sono arrivato, l'ho usata solo una mattina per andare a far colazione e sono tornato a casa quasi collassato. Agosto in Sicilia non è una vacanza, è una punizione. So che dovrei andare a Siracusa a salutare i tanti e le tante amiche in ferie da quelle parti, ma la voglia è pari a zero. Domani poi è il 15 e se i tempi non son cambiati le strade saranno imballate fin da due o tre ore fa. No, rimango qui, rimango a casa. A soffrire il caldo.

Mi ero ripromesso di non viaggiare più con il caldo, ma questioni famigliari non prorogabili mi hanno spinto in strada; la disponibilità di due carissimi amici a fare un tratto di percorso insieme è stata decisiva nel preferire la moto all'aereo.

IL VIAGGIO

Lorenzo e Cristina vogliono andare in Puglia, e mi propongono di fare un pò di strada insieme; viaggiare in compagnia è sempre bello, per cui decido di accettare.
Sono bandite le autostrade, d'altraparte mica siamo automobilisti noi, e così ci troviamo a percorrere la prima metà dello stivale in direzione Anagni valicando e svalicando l'appennino e le colline tutte in generale. Il caldo impèra, la protezione aerodinamica della mia BMW R1200RT è totale ed io schiatto senza che un solo filo d'aria riesca a raggiungermi. Giriamo, ci perdiamo, ci ritroviamo, passiamo da asfalti osceni a piste a cielo aperto (ma sono di più i primi...), ogni tanto ci innervosiamo ma - insomma - alla fine arriviamo ad Anagni dove ci aspetta una doccia da Grand Hotel, una cena splendida ed un letto riposante :)

Il giorno dopo si riparte alla volta di Praia a Mare, dove ci aspettano altri amici. Altro bagno di calore insopportabile, altri chilometri; per (mia) fortuna ad un certo punto decidiamo di prendere la mitica A3: e finalmente posso far scorrere le ruote del mio camion senza timore di improvvise deviazioni in mezzo al nulla, senza paura di dover fare dietrofront cercando di rimanere in sella nonostante le pendenze, la sabbia, i cani che ci inseguono. Ho scelto la moto sbagliata per le esplorazioni, mi sono giocato un bel paio di jolly mentre vagavamo in zone industriali o campagne sconosciute ai più. Arrivati a destinazione mi aspetta stavolta la sorpresa di un b&b decisamente spartano, ma l'accoglienza della gente di Calabria aiuta a superare qualunque difficoltà ed anche questa nottata passa via serena.

Si riparte ancora dopo una piacevole colazione e due chiacchiere con la titolare del b&b, destinazione finale: CASA! Molto rilassante il tratto che da Tortora porta a Lagonegro in A3 (solo la sera prima è stato un inferno, pieno di auto guidate sopratutto da storditi incapaci di intendere e di volere...), quindi sardostrada e via verso il traghetto. Quando arrivo finalmente a Villa S.G. mi chieo perché tutti vadano ad infossarsi all'imbarcadero di Caronte quando quello delle FS è praticamente libero - oh, ma son gusti... Arrivo a casa nel primo pomeriggio, pranzo leggero, giù i bagagli, nanna.

Da ricordare: verificare PRIMA che il navigatore abbia registrato il percorso da fare; NON avventurarsi in strade di dubbia percorribilità; meglio un chilometro in autostrada che dieci metri in discesa con pendenza del 15% in campagna. Ad Avellino non seguire il navi, ma chiedere ad un passante - hanno rimescolato tutti i sensi di marcia e si rischia di girare in tondo per mezz'ore... A Fiuggi, entrando in paese, occhio alle pendenze: il rischio di caracollare per terra è elevato, se non tocchi bene coi piedi per terra. Ad Anagni, dormire alle "Stanze del Duomo" e mangiare al ristorantino subito sotto: prezzi modici a fronte di un lusso smodato.

LA MOTO

La BMW R1200RT è una gran moto da viaggio. La comodità del pilota è vergognosa, nel senso che ci si vergogna per quanto sia comoda. Certo. Sicuramente. Tutto vero, ma NON IN ESTATE - quando il muro di plastica che separa il pilota dal mondo esterno impedisce un qualsivoglia flusso d'aria (fresca o calda non importa, sempre flusso è). Detto questo, con un pieno sono riuscito a fare mediamente 450km; la velocità di crociera col parabrezza sollevato diventa imbarazzante (vedi sopra alla voce "vergognoso"). Mi manca la radio, che in taluni momenti avrebbe un suo perché. E' un pò troppo alta per me e nelle manovre brusche o in forte contropendenza ho perso litri e litri di sudore, temendo di doverla appoggiare a terra - ma sulle strade "normali" è sicuramente la moto giusta.

L'ABBIGLIAMENTO

La giacca IXS EAGLE, seppur priva delle membrane termica ed impermeabile, pur con tutte le prese d'aria aperte, è una giacca di plastica. Con il caldo estremo non la sopporto. Ricordo vagamente che con le giacche in pelle (traforate o no) la sensazione di "morte termica" era comunque inferiore, sarei curioso di riprovarne una. Detto questo, rimane un ottimo capo d'abbigliamento per le temperature che vanno dal "tiepido" al "freddo becco", anche se con acqua.

Il pantalone in cordura della DAINESE è ottimo per le gite a Caponord o comunque con climi fino ai 20°: dopo diventa uno strumento di tortura. Anche in questo caso ho ricordi tuttosommato più confortevoli di capi in pelle - probabilmente non sopporto la plastica sulla pelle a 40°... E mi torna in mente prepotentemente che devo trovare dei capi di underwear che mi isolino dal contatto diretto della plastica sulla pelle e magari che mi tengano un pò asciutto - tipo la roba che fa la SIXT, credo si chiami così quella marca lì-

Gli stivali OXTAR continuano fedeli a fare il loro mestiere da quasi dieci anni (mentre gli scomodi FALCO giacciono nella loro scatola, utilizzati credo due o tre volte e poi bòna lé: dovrò venderli); i guanti corti della IXS sono pressocché defunti dopo credo una o due stagioni, dovrò sostituirli.

Il casco modulare della XLITE va benino, ma considerando l'utilizzo mi sto davvero chiedendo quanto (mi) sia utile un modulare - d'altronde finché non riparerò l'801RR avrò poche alternative...

Buona recensione per il kit bluetooth di Interphone: con Lorenzo e Cristina abbiamo utilizzato i nostri F5 per chiacchierare durante quasi tutto il viaggio, la batteria resiste circa mezza giornata ma usandolo con un pò di accortezza si ottengono risultati migliori. Peccato per il non perfetto accoppiamento F5/navigatore/cellulare - ma forse anche lì, a leggere il manuale delle istruzioni, potrebbero esserci delle piacevoli sorprese, chissà!

I POSTI

Come scrivevo qualche riga fa, se doveste dormire ad Anagni vi suggerisco caldamente di prenotare presso "Le Stanze Del Duomo": non è un albergo nel senso stretto del termine, ma la suite 14 dove io ed i miei amici abbiamo dormito è molto ma molto bella, comoda e con un piccolo terrazzino panoramico godibilissimo. I costi sono decisamente abbordabili. Subito sotto alla suite (no ascensore, ma son solo 4 rampe di scale) c'è il ristorante "Hernicus": se si supera l'antipatia dei tavolini un pò in pendenza allora ci si prepari a gustare un'esperienza gastronomica molto interessante, basata sulle pietanze tipiche della zona. Servizio e cortesia degli addetti sono priceless :)

A Tortora - negli immediati pressi di Praia a Mare - sono stato ospite del b&b "Sunrise"; è una struttura relativamente semplice, credo vi siano cinque camere (delle quali solo tre con bagno privato). No aria condizionata in camera, no wifi: ma se dovessi dire che sono stato male mentirei e nemmeno poco :)

Adesso non mi rimane che tornare a letto, cercare di dormire e NON PENSARE al viaggio di ritorno - speriamo di non prendere troppo caldo, né una delle solite tempeste che dallo scorso Giugno stanno rompendo le palle da Roma in sù.

Buonanotte :)


http://www.lestanzedelduomo.com/
http://www.sunrisebeb.it/
http://www.ristorantehernicus.it/

I tre che fecero l'avventura!
Panorama dal terrazzino della suite

La cena all'Hernicus

La cena all'Hernicus

La cena all'Hernicus

Anagni by night

Anagni by night




Maratea by night



Maratea, la superluna, il Redentore e la sua chiesa