Visto che se non mi stanco fino a strisciare la lingua per terra non sono contento, alla fine della mia vacanza in terra natìa - dopo un viaggio di rientro comodo ma comunque lunghettino... - mi sono concesso una quattro giorni alpina con alcuni amici di sempre.
Il percorso
In principio la destinazione doveva essere la "foresta nera" in Tedeschia, ma questioni logistiche, climatiche eccetera eccetera hanno portato il percorso su un tratto della "Route des grandes Alpes" - una strada alpina molto turistica in territorio franzoso. Strada peraltro percorsa in passato (credo tre anni fa) con l'eterno e paziente amico Pierluigi e con la mia fidata Suzuki Bandit 1250SA.
Allora fu un viaggio molto bello ma molto stancante, questa volta invece è stato un viaggio molto bello ed un pò meno stancante :D
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Prima e dopo :) |
I cinque che fecero l'impresa
L'allegra comitiva è composta, oltre che dal sottoscritto, da: Pierluigi, grande amico e trainer motivazionale, uomo di fine umorismo, macinatore di chilometri e gran piegone; Gianluca, il team leader di questa passeggiata, vero motard (non come me insomma...); Maurizio e Gianni, recenti amicizie nate all'interno del cléb BMW, coi quali avevo già condiviso la follia l'esperienza della cavalcata coast-to-coast notturna di qualche tempo fa. Da segnalare che Gianni si è aggregato al gruppo solo Sabato, in maniera quantomeno divertente.
Preambolo
E' buona norma prepararsi ad un viaggio tanto fisicamente quanto psicologicamente almeno - ma dico ALMENO - un giorno prima; sopratutto se come me non si hanno più vent'anni E si ha il fiato cortissimo. Giovedì si parte per la passeggiata in moto, Mercoledì sera - dopo una pizza con Maurizio (vedi sopra) ed un altro amico - non chiudo occhio prima delle tre e mezza del mattino. Questo dopo aver, Martedì, preso la moto a Catania ed averla parcheggiata a Bologna (circa 1200km in giornata); non senza - anche lì... - aver cenato in compagnia e fatto tardi al Lunedì sera precedente.
Insomma, ecco, diciamo che mi sono preparato a questa esperienza di viaggio come se fosse l'ultima sigaretta prima del muro.
Il viaggio
Non so come riesco ad essere puntuale all'appuntamento della partenza: si parte subito in direzione La Spezia svalicando gli appennini da Maranello/Serramazzoni a Castelnovo Dé Monti/Fivizzano/Aulla. Strada piacevole, mediamente veloce. Per me che sono un fermone.
Quindi: Cinque Terre, Santa Margherita Ligure - dove ci fermiamo a pranzo e dove un fdp ignoto mi riga, col parcheggio a cazzo del suo motorino dimmerda, una borsa della moto.
Proseguiamo poi per Ventimiglia, dove in teoria vorremmo pernottare: se non fosse che è Ferragosto, che Ventimiglia è un paese balneare e che è tutto pieno murato fino a Mentone. Insomma, "Houston, abbiamo un problema". Cerchiamo subito una alternativa non troppo lontana e vien fuori che a Dolceacqua c'è un posto: chiamiamo, ci informiamo, decidiamo di andare oltreconfine perché l'indicazione non ci piace. Ed è così che comincia il percorso divertente (sopratutto da stanchi ed accaldati ed amanti degli asfalti approssimativi...) verso Sospel, carinissimo paesino provenzale facilmente raggiungibile dalla SP73 e quindi dalla D93 franzosa. Meglio arrivarci in elicottero, però...
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Sospel |
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Umarell a Sospel (notare gli umarell tecnologici sulla sinistra...) |
Ora, apro una parentesi. Cosa ricordate di più dei viaggi in moto verso l'Austria? Esatto: una volta superati i confini nazionali la qualità degli asfalti e dei paesaggi diventa superlativa. Ecco, in questo caso è esattamente il contrario: appena si entra in Francia la manutenzione delle strade appare ferma alla fine della prima guerra mondiale. L'ideale per me che ho una tourer nata in Germania. Chiusa parentesi.
Arrivati a Sospel, Pierluigi e Gianluca vanno alla ricerca di un posticino dove riposare le stanche membra; dopo una buona mezz'ora di ricerca impariamo che le strutture del paese sono piene zeppe - e quindi ci tocca rifare la stessa strada (incubo, credetemi, incubo) per andare verso Dolceacqua, dove per grazia di Dio ci han messo da parte quattro camere singole. In realtà poi il paesino si chiama Rocchetta Nervina, e si raggiunge anche questo con una comodissima, larghissima, facilissima provinciale del cazzo che io li fucilerei tutti quanti, quelli che l'hanno disegnata. Se non altro l'albergo - un pò caro... - è molto carino e la cucina interna è validissima.
Il mattino dopo si riparte, destinazione Col Turinì: e porcazozza mi tocca nuovamente l'allegra stradina verso Sospel - se non altro la conosco già... - poi le rosse gole del Daluis, quindi i passi del Vars e la vetta dell'Izoard. E' in questo frangente che mi ricordo all'improvviso di soffrire di vertigini, ed i miei compagni di viaggio per aiutarmi a superare questa difficoltà mi portano su un ponte da dove si effettuano salti col l'elastico. Carini, loro. Se non altro prima di attraversarle grazie al mitico Gianluca ci rifocilliamo un pò con crescente e salame ;)
Nonostante il mio handicap supero abbastanza bene le prove, diciamo che tramite l'interfono Pierluigi non mi manda a cagare ma mi dà le dritte su come affrontare curve e tornanti.
I paesaggi alpini sono spettacolari; la paura della guida viene schiacciata dalla bellezza dei panorami ed arrivo a Briançon senza farmi venire una sincope.
La sincope mi viene quando vedo la bettola dove dormiremo: un pustaz, come si dice qui a Bologna, degno dei peggiori film nòir francesi. Sarà che lo stanno ristrutturando; sarà che c'è crisi; sarà quel che sarà, ma se passate da lì evitate l'hotel Vauban. Che oltretutto è caro rabbioso.
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Grand Hotel Vauban: particolare di pregio... |
Per cenare troviamo un posticino carino (ma caro ammazzato!) dove assaggio il famoso armagnac: buono, ma sette euro al calice sono decisamente troppi.
Tornati in albergo (albergo è un eufemismo, sarò snob io ma quel posto fa cagare) e connessomi al wifi ricevo un messaggio da Gianni, che mi fa: "Dove siete, dove dormite, dammi un riferimento che domani vengo a girare con voi". Vabbé, penso, Gianni ha preso una botta di caldo e sragiona; ma gli rispondo, gli dico dove siamo e gli auguro la buonanotte.
Alle otto e trenta Gianni è nel parcheggio dell'albergo, pronto a girare con noi dopo una cavalcata degna di un supereroe: motociclisti, strana meravigliosa gente :)
Altro giro, altro divertimento. Ripartiamo rifacendo, ma in senso contrario, Izoard e Vars per poi andare verso il bellissimo Col de la Bonnette ed il Col de la Lombarde. Paesaggi che lasciano senza fiato, strade che almeno una volta nella vita vale la pena fare (per me è la seconda, direi d'essere fortunato!). Quindi Colle della Maddalena a/r, nel senso che arriviamo fino a Vinadio, saliamo fino alla vetta e poi scendiamo per dirigerci verso la nostra fine-tappa giornaliera, a Barbaresco.
Si, in effetti dopo aver fatto le Alpi attraversare il cuneese mette un bel pò di tristezza. Ma arrivati all'albergo "Casa Nicolini" la tristezza svanisce: un luogo bellissimo, una struttura bellissima, una cucina ed una cantina al top - ed il tutto pagando quasi meno che a Briançon, ziobirillo!!!
Dopo una bella doccia rigenerante ed un aperitivo su un terrazzino con vista sui vigneti di Barbaresco ci concediamo una cena molto valida accompagnata da vini importanti, che purtroppo mi si ripresenteranno nel corso della notte. Eh, non sono più il ghepardo di una volta...
Ultimo giorno di moto, si riparte accompagnati da una lieve foschia che subito si dirada mentre attraversiamo le langhe - splendido territorio, belle strade.
Acqui Terme, Ovada, superamento in autostrada di Genova (meglio, valà...), quindi facciamo la simpatica ValTrebbia - simpatica si, magari non alla domenica quando tra "valentinirossi", camper e nonni su Panda diventiamo un pò scemi; ma riusciamo comunque a gustare il meglio di questa bella strada, io lo gusto con la marcia sbagliata ed alla velocità sbagliata come il buon Pierluigi mi fa notare ogni volta che l'interfono riprende il segnale. Devo troppo fare un corso di guida sicura e quindi uno di guida veloce. Magari non con la mia moto, però.
Arrivati a Piacenza dopo una interminabile ed incasinata statale prendiamo l'autobahn verso casa, la gita è finita. Ed il caldo che metro dopo metro torna a livelli estivi ce lo ricorda - i dieci gradi di due giorni fa sono solo un piacevole ricordo :(
Cose da ricordare
Gli interfoni bluetooth sono molto comodi, sopratutto quando all'ultimo del gruppo si blocca la gomma posteriore per un problema ai freni. In quel caso anche un attrezzo multiuso Leathermann è molto utile.
La Provenza è meravigliosa. Sopratutto per le ragazze, le signore, le mamme, le figlie.
Devo usare una marcia superiore, sempre. Devo imparare ad usare una marcia superiore, a scapito della reattività della moto (se sono in quarta e sottocoppia non sempre il motore è pronto a reagire).
Devo imparare a fare bene i tornanti. Con la Bandit (dopo tre anni...) avevo alla fine imparato, con la RT c'è da rifare tutto o quasi.
Devo sostituire i guanti corti: gli IXS hanno dato forfait. Devo far riparare il casco, la guarnizione della visiera fà pietà. Devo fare aggiustare la cerniera della presa d'aria sulla manica della giacca, decisamente.
Le Michelin Pilot Road 4 saranno pur delle belle gomme ma finora tutta sta bellezza io non la vedo. Se continua così al prossimo cambio rimetto su le 3.
Ringraziamenti
Ai miei compagni di viaggio: grazie, di tutto. Sopratutto per la pazienza: so di essere stato un bel pò "pesante" in alcuni momenti e mi dispiace; la prossima volta, se mi vorrete ancora con voi, vedrò di fare ammenda :)
A Gianluca: splendido giro, bei posti, grazie per l'niziativa.
Credits
http://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g187827-d1929775-Reviews-Il_Nostromo-Santa_Margherita_Ligure_Italian_Riviera_Liguria.html
http://www.lagobin.it/
http://www.casanicolini.com/ristorante.php