giovedì 17 luglio 2014

Appunti su un racconto che scriverò appena ne avrò voglia.

Appunti su un racconto che scriverò appena ne avrò voglia. Uno dei personaggi sarà Guglielmo Cinti. Di seguito alcune note che saranno poi riprese nel racconto.

- Guglielmo e le strade inesplorate
1869, Africa Centrale; Stanley vede un bianco che prende appunti e consulta delle carte geografiche e lo saluta: "Il dottor Livingstone, suppongo". L'altro alza gli occhi, sorride e risponde: "No, William Chint; il dottor Livingstone si è fermato ad ottanta chilometri da qui, era stanco..."

. Guglielmo e il suo "orologio"
Maggio 1941. Il Fuhrer guarda la mappa dell'europa con i suoi generali a fianco. E' dubbioso, gli viene proposto un raid che semplicemente non è realistico. Chiede al suo interlocutore, un segretario dello Stato Maggiore: "Ma scusi, herr Wilelm Kint, ho capito bene? Due ore per arrivare a Stalingrado? Ma ne è sicuro?". L'altro, con un sorrisino innocente, gli risponde: "Mio Fuhrer, magari non saranno due ore, magari saranno TRE, ma posso garantirle che entro al massimo QUATTRO ore saremo a Leningrado!".

- Guglielmo ed il suo appetito.
Era un caldo giorno del cretaceo terziario, e Gugucì si era svegliato con un leggero languorino e la voglia di fare una bella colazione. All'ora di cena i grandi dinosauri erano completamente estinti.

- Guglielmo e la sua calma nell'affrontare gli imprevisti
1993, Amsterdam. Quentin Tarantino sta lavorando alla sceneggiatura di un suo nuovo film. Solleva il telefono, compone un numero. "Pronto Bill, ehi, senti, stavo pensando a te per un personaggio del mio nuovo film: un tipo deciso, tranquillo, che "risolve i problemi". Pensavo di chiamarlo Wolf. Si comincia a girare tra un mese. Cosa ne dici?". Dall'altra parte della cornetta Bill Chintsky, con un faccino un pò triste, risponde: "Ma noooo, Quentin, te l'avevo detto che devo andare in Cappadocia a censire le strade sterrate, scusa...".

E ci sarebbe ancora da dire di quando il primo uomo sulla Luna, tutto contento ed emozionato, appena fissata l'asta della bandiera sul suolo polveroso e butterato vide incredulo con la coda dell'occhio un tizio strano, in tenuta da motociclista, che gli si avvicina e dice: "Senta, mi scusi, sa mica dirmi se c'è un distributore di benzina nei paraggi? Sa, sono arrivato qui seguendo una scorciatoia ma mi sa che mi sono perso..."

O, per parlare della sua calma proverbiale che però cela un carattere forte, di quando - durante la seconda guerra mondiale - era a fianco di Harry Truman: "Minchia, Guglielmo, questa guerra sta andando per le lunghe ed io vorrei risolvere il problema polverizzando almeno la loro città di Hiroshima"; Guglielmo, viso preoccupato ma nemmeno tanto: "Vabbé, dai, Harry, possiamo trovare anche altre soluzioni...". Truman di rimando, quasi sovrappensiero: "E hanno anche messo un casello sulla strada che porta da Hiroshima a Yamaguchi...". Guglielmo, improvvisamente paonazzo in viso e con gli occhi iniettati di sangue: "Nuclearizziamoli!!!".

Per chi non lo sapesse, Guglielmo è la guida spirituale dei nostri giri in moto di quest'anno, ed è un tipo particolare: quando John Rambo si ferma davanti al fiume perché non sa come guadarlo, Guglia è dall'altra parte che gli dice: "Vieni tranquillo, l'acqua non è profonda e la corrente è leggera". Hanno dovuto trovare un'altra controfigura a Stallone, fà te :D

domenica 13 luglio 2014

Dal Tirreno all'Adriatico in notturna.



Viaggiare. Ogni tanto ci penso, ma cos'è che mi piace tanto nel viaggiare? L'idea che stai seguendo te stesso? L'infantile e forse stupida gioia nel condurre un veicolo? Cioé, filosoficamente perché un viaggio mi lascia delle tracce emotive così forti dentro? 

Boh? Se vi viene in mente una risposta più o meno concreta o razionale provate a dirmela :D

Io nel frattempo ieri pomeriggio, coinvolgendo in questa piccola avventura un mio nuovo amico blogger - lui si viaggia: ma persulserio, mica come me ;) - ieri pomeriggio alle cinque e qualcosa sono partito da Bologna per una transappenninica dal Tirreno all'Adriatico in notturna.

Giro nato in casa BMW cléb, disegnato a grandi linee dall'indistruttibile Guglielmo, ha visto dieci temerari (deficienti? incoscienti? sognatori ed avventurieri?) partire da Casalecchio di Reno alla volta di Marina di Grosseto: tappa iniziale di un giro che doveva portarci poi sulle coste adriatiche scavallando l'appennino.
Già dai primi chilometri abbiamo sospettato che la tanto sperata compagnia della megamaxi luna piena sarebbe stata diciamo approssimativa: sulla Porrettana (la SS64 che da Bologna porta a Pistoia è una gran strada, forse sottovalutata nei giri mototuristici) subito prima di Vergato abbiamo indossato le tute antiacqua, ed in effetti appena usciti dall'abitato di acqua ne abbiamo presa un bel pò quasi ininterrottamente fino a Marina di Grosseto. Lo sapete che lì abbiamo dieci caccia della FIR sempre pronti negli hangar? Che figata passarci a fianco.

Dopo una cena frugale (oddio, ecco, diciamo, fàmo finta che) abbiamo inforcato le moto già da subito sotto la nostra amica Pioggerellina, che a tratti ha chiamato pure il suo amico Acquazzone. La luna in spiaggia l'abbiamo intuita, più che vederla.

Scansano, Manciano, Pitigliano - con un primo veloce break per vedere le mura della città illuminate di notte, ovviamente siamo arrivati appena fuoritempo.
Quindi da Orvieto a Todi passando a fianco del lago di Corbara (strada molto bella, sopratutto durante un plenilunio asciutto...), la Tre Valli Umbre (carina) e la Valnerina - che fatta con la nebbia alle quattro del mattino, con le luci della Luna che và e del Sole che arriva ha il suo porco perché!

Sbucare alle primissime luci dell'alba sull'altopiano di Castelluccio dalla strada provinciale che da Norcia porta ad Arquata del Tronto è un'esperienza quasi mistica.
A me ricorda molto l'arrivo a Fonte Vetica da Castel del Monte, quando ad un certo punto la visuale si apre a sorpresa e ti ritrovi come in un altro mondo. 
Qui nella "piana" ci fermiano a fare qualche foto ma sopratutto a lasciare che l'alba ci dia il "buongiorno" con negli occhi queste colline che sembrano disegnate al computer, i cinghiali che corrono in fondo, gli appennini accarezzati dalle nuvole... no, vabbé, lasciamo perdere: non so descriverlo, ma posso garantirvi che è bellissimo. Se non volete fare una "notturna" anche voi, prenotate da dormire lì nei pressi ed andateci alle prime ore del mattino: poi ditemi che vi ho dato un cattivo consiglio ;)

Alla fine del giro, ultima faticosissima tappa (le ore di viaggio al buio e sotto la tensione dell'acqua hanno presentato il conto) sul lungomare di Ascoli per le foto di rito, dove in teoria volevamo fermarci un attimo per riposare ma il clima (sopratutto le tre o quattro trombe marine in formazione poco al largo...) ci ha suggerito di risalire in sella alla volta di casa.

Com'è stata questa esperienza? Bellissima.
Cioé: lì per lì ero sempre nervoso, teso, spaventato; ma ad ogni stop vedevo il segmento di tracciato immediatamente precedente come un piccolo bijoux, qualcosa di bello da ricordare.
Pur abituato a guidare di notte da oramai più di dieci anni, sono comunque rimasto stupito della mia resistenza fisica e psicologica (la moto non è l'auto, e guidare sulle provinciali o statali con la pioggia no nè come essere in autostrada). Mi sono reso conto di quanto sia efficiente la mia nuova moto, enormemente più comoda e sicura della Bandit 1250 ma più impegnativa per le masse - comunque un giro così con la B12 non sarei mai riuscito a farlo. Ed è bello trovare sempre conferme nella gente che mi accompagna, negli amici del cléb: con Carlo che mi teneva sveglio con le chiacchiere nell'interfono, Cristian che si è prestato a darmi il cambio in coda piuttosto che ad aspettarmi agli incroci, Giulio che è un mulo da soma; e Maurizioe Gianni che son due da balotta, Lorenzo e Pier che non sto più a citarli perché sarebbe una noia, Guglielmo che se non gli spari alle gomme stai fresco che si ferma. Ed Alessandro, la new entry di questa gita, che ci ha regalato la sua compagnia e si è regalato (spero) una piacevole distrazione dal suo "lavoro" di motoblogger.

Adesso nanna ché son bollito.
Alla prossima :)











lunedì 7 luglio 2014

7 7 7

Quanto tempo sono sette anni? Una eternità, oppure un soffio, credo dipenda dal punto di vista dell'osservatore. O anche da quanto hai vissuto in sette anni, quante emozioni, quanto tutto.

Sette anni fa oggi ero felice. Con la mia allora moglie ed una coppia di carissimi amici stavo scoprendo Dobbiaco e le zone limitrofe, posti così belli che appena rientrato a Bologna iniziai a verificare la possibilità di un trasferimento della famiglia. Toblach, Innichen, Brixen: posti deliziosi, dove si mangia bene e si dorme meglio.

Sette anni fa domani improvvisamente una brutta notizia. La perfezione, la magia di quella vacanza [è] sparita d'un tratto. Giri di telefonate a cercar conferme che purtroppo sono arrivate. Ho pianto.

Ci pensavo proprio l'altroieri, mentre casualmente ripercorrevo le stesse strade.

Oggi la moda delle supersportive è gradualmente cessata, oggi tanti amici preferiscono divertirsi andando in fuoristrada o macinando chilometri come me. Ma sette anni fa la musica era diversa, eravate veramente in tanti a consumare gomme e vite su e giù per i passi montani. E tu nel tuo piccolo eri un discreto artista.

Caro Federico, è andata così. Non ti dimentichiamo.