sabato 30 aprile 2016

La riviera del Brenta

Siamo in un interno. Lo sappiamo solo perché è scritto nella sceneggiatura, voglio precisarlo perché non c’è luce in questo interno. O meglio, un po’ di luce filtra dalla tapparella non perfettamente chiusa, una vecchia tapparella in legno le cui assi non combaciano più perfettamente.

Un curioso rumore riempie questo buio, ricorda una sega che sta affrontando un grosso ciocco di legno. Sto dormendo. Sto russando. Capita. Squilla il telefono.

“Hobbit? Ciao, che fai, hai impegni stamattina? Ti va di accompagnarmi da Paolo a ritirare la moto? È lì per il tagliando, se vieni su ti pago la colazione e ti porto a vedere la riviera del Brenta”
“Machemminch…  Giovà, ma sei tu? Ma che ore sono? Figa! Son le sette! Giovà, è sabato, stavo dormen… la riviera del Brenta? Cos’è? Che tempo c’è fuori? Daje, mi vesto e arrivo, dammi un paio d’ore.”

Dai che si va!
- In realtà questa conversazione così come la leggete non c’è mai stata, ho “romanzato” un po’ per mio e vostro diletto: ma rende comunque bene l’idea di quando stamane alle sette la sveglia mi ha tirato giù dal letto -

Il mio amico Giovanni mi ha proposto un girello sulla riviera del Brenta, ed avendone sempre sentito parlare un gran bene ho voluto approfittare dell’invito per un giro a corto raggio ma non per questo meno piacevole. 
Giro puramente turistico: è sabato, non ho voglia di consumare gomme e benzina e se possibile vorrei vedere qualcosa oltre all’asfalto ed al culo delle auto che mi precedono.
Da Copparo a Padova sulla Statale 16 qualcosina da vedere c’è: attraversi paesini carini e vivaci dai nomi per me divertenti od improbabili (Boara Pisani, Battaglia Terme), vedi qualche villa cadente ma che fu uno splendore, non è veloce e pulita come l’autostrada ma se hai voglia di cazzeggiare rimanendo immerso nel territorio non è una brutta strada. 
In moto. In macchina, al sabato mattina, inizi a bestemmiare quando esci dal garage e finisci quando rientri a casa.

Giovanni ha una Honda CB1000R ed essendo un utente preciso e puntiglioso per i suoi tagliandi la porta da Paolo di Mototecnica a Campodarsego (ieri conce ed officina Honda, oggi Triumph). Da quel che mi racconta Giovanni i ragazzi in officina ne sanno a pacchi, sono bravi ed attenti – io posso solo dirvi che Paolo (conosciuto durante un giro col gruppo dei Motosuini) è un tipo tranquillo simpatico ed alla mano e se abitassi da quelle parti non avrei dubbi circa i tagliandi e gli interventi all’Enterprise. 

Un paio di gioiellini pronti al demo ride da Mototecnica
Ritirata la piccola e snella bicicletta alata (piccola si, soprattutto se paragonata al mio Scania!) rientriamo verso Padova per poi dirigerci placidamente verso Noventa, Stra e quindi Dolo – dove ci fermiamo a fare “pausa svacco”.

Tipico monolocale della zona...
A Stra c’è un posto che meriterebbe (e meriterà appena possibile) una gita dedicata: Villa Pisani. Enorme. Con un parco enorme. Con una splendida R1200RT bordeaux parcheggiata davanti all’ingresso principale, ma questo è un dettaglio che noto solo io che sono evidentemente di parteJ Villa Pisani: un giochino da 150 camere che hanno ospitato la storia (letteralmente, da Napoleone al “magic duo” Benito e Adolfo fino a Pasolini) ed un parco di undici ettari, un posticino da nulla insomma!

Il giro continua costeggiando dolcemente il Brenta, si fa qualche curvetta allegra; arrivati a Dolo Giovanni propone una pausa. 
Dolo: uno di quei posti di cui conosco il nome da sempre ma che non c’ero mai stato – nonostante alla fin fine non è che adesso che vivo nel ferrarese sia lontanissimo… E’ un paesino grazioso, ed il posto dove ci fermiamo è carinissimo. 



Attraversiamo la strada e siamo sulla riva, siamo tentati di fermarci a mangiare una pizza da Cristo – non sono blasfemo, 'sta pizzeria si chiama così… - ma rimango incantato dal molino, così facciamo pit stop tecnico “Ai molini”. 

Il molino di Dolo
Pace, tranquilità, belle ragazze che passano e spassano, branchi di turisti d’una certa età che osservano commentano e fotografano, io che mi abbronzo alla velocità della luce (siamo all’aperto ed oggi c’è davvero un gran sole): è davvero un bell’angolino d’Italia e del Veneto, merita un passaggio. Mangiamo un boccone, scambiamo due chiacchiere con la (bella e simpatica) ragazza che ci serve al tavolo, evitiamo che i piccioni in picchiata ci colpiscano, risaliamo in sella. La temperatura è decisamente salita da stamattina, ci saranno venti e passa gradi e rimettere paraschiena giacca casco e guanti è uno sport penoso – prossimo giro turistico da ste parti: jeans e maglietta, siamo già in stagione…




La bella vista dal nostro tavolo
Uscendo da Dolo sulla riva opposta l’elaborato complesso di Villa Velluti attira la mia attenzione, superiamo Mira, raggiungiamo Fusina da dove partono i traghetti per la Serenissima: devo proprio tornarci da ste parti J

Le nostre "ragazze" :)
Il rientro è come tutti i rientri: un po’ sottotono. Giusto per vivacizzarlo affronto una piccola rotonda in maniera errata e rischio di finire per terra – niente di serio, ho un po’ perso il posteriore e mi si stava chiudendo l’anteriore: cose che succedono se il libretto d’uso e manutenzione ti dice che devi tenere le gomme a 2,5/2,9 e tu per fare l’originale le porti a spasso a 2,7/2,5 J


Dai, per essere un giro tranquillo direi che i miei quasi 300km anche oggi li ho fatti. Sono grato al mio “fradeo motard” Giovanni per avermi fatto da guida in questa piacevole passeggiata, appena possibile tornerò con più tempo a disposizione e magari anche una macchina fotografica ;)


CREDITS:
Giovanni P. - Padova


Nessun commento:

Posta un commento