Siamo in un interno. Lo sappiamo
solo perché è scritto nella sceneggiatura, voglio precisarlo perché non c’è
luce in questo interno. O meglio, un po’ di luce filtra dalla tapparella non
perfettamente chiusa, una vecchia tapparella in legno le cui assi non combaciano
più perfettamente.
Un curioso rumore riempie questo
buio, ricorda una sega che sta affrontando un grosso ciocco di legno. Sto
dormendo. Sto russando. Capita. Squilla il telefono.
“Hobbit? Ciao, che fai, hai
impegni stamattina? Ti va di accompagnarmi da Paolo a ritirare la moto? È lì
per il tagliando, se vieni su ti pago la colazione e ti porto a vedere la
riviera del Brenta”
“Machemminch… Giovà, ma sei tu? Ma che ore sono? Figa! Son
le sette! Giovà, è sabato, stavo dormen… la riviera del Brenta? Cos’è? Che
tempo c’è fuori? Daje, mi vesto e arrivo, dammi un paio d’ore.”
- In realtà questa conversazione
così come la leggete non c’è mai stata, ho “romanzato” un po’ per mio e vostro
diletto: ma rende comunque bene l’idea di quando stamane alle sette la sveglia
mi ha tirato giù dal letto -
Il mio amico Giovanni mi ha
proposto un girello sulla riviera del Brenta, ed avendone sempre sentito
parlare un gran bene ho voluto approfittare dell’invito per un giro a corto
raggio ma non per questo meno piacevole.
Giro puramente turistico: è sabato,
non ho voglia di consumare gomme e benzina e se possibile vorrei vedere
qualcosa oltre all’asfalto ed al culo delle auto che mi precedono.
Da Copparo a Padova sulla Statale
16 qualcosina da vedere c’è: attraversi paesini carini e vivaci dai nomi per me
divertenti od improbabili (Boara Pisani, Battaglia Terme), vedi qualche villa
cadente ma che fu uno splendore, non è veloce e pulita come l’autostrada ma se
hai voglia di cazzeggiare rimanendo immerso nel territorio non è una brutta
strada.
In moto. In macchina, al sabato mattina, inizi a bestemmiare quando
esci dal garage e finisci quando rientri a casa.
Giovanni ha una Honda CB1000R ed
essendo un utente preciso e puntiglioso per i suoi tagliandi la porta da Paolo
di Mototecnica a Campodarsego (ieri conce ed officina Honda, oggi Triumph). Da
quel che mi racconta Giovanni i ragazzi in officina ne sanno a pacchi, sono
bravi ed attenti – io posso solo dirvi che Paolo (conosciuto durante un giro
col gruppo dei Motosuini) è un tipo tranquillo simpatico ed alla mano e se
abitassi da quelle parti non avrei dubbi circa i tagliandi e gli interventi
all’Enterprise.
Un paio di gioiellini pronti al demo ride da Mototecnica |
Ritirata la piccola e snella
bicicletta alata (piccola si, soprattutto se paragonata al mio Scania!) rientriamo
verso Padova per poi dirigerci placidamente verso Noventa, Stra e quindi Dolo –
dove ci fermiamo a fare “pausa svacco”.
A Stra c’è un posto che
meriterebbe (e meriterà appena possibile) una gita dedicata: Villa Pisani.
Enorme. Con un parco enorme. Con una splendida R1200RT bordeaux parcheggiata
davanti all’ingresso principale, ma questo è un dettaglio che noto solo io che
sono evidentemente di parteJ
Villa Pisani: un giochino da 150 camere che hanno ospitato la storia
(letteralmente, da Napoleone al “magic duo” Benito e Adolfo fino a Pasolini) ed
un parco di undici ettari, un posticino da nulla insomma!
Tipico monolocale della zona... |
Il giro continua costeggiando dolcemente
il Brenta, si fa qualche curvetta allegra; arrivati a Dolo Giovanni propone una
pausa.
Dolo: uno di quei posti di cui conosco il nome da sempre ma che non
c’ero mai stato – nonostante alla fin fine non è che adesso che vivo nel
ferrarese sia lontanissimo… E’ un paesino grazioso, ed il posto dove ci
fermiamo è carinissimo.
Attraversiamo
la strada e siamo sulla riva, siamo tentati di fermarci a mangiare una pizza da
Cristo – non sono blasfemo, 'sta pizzeria si chiama così… - ma rimango incantato dal molino,
così facciamo pit stop tecnico “Ai molini”.
Il molino di Dolo |
Pace, tranquilità, belle ragazze
che passano e spassano, branchi di turisti d’una certa età che osservano
commentano e fotografano, io che mi abbronzo alla velocità della luce (siamo
all’aperto ed oggi c’è davvero un gran sole): è davvero un bell’angolino
d’Italia e del Veneto, merita un passaggio. Mangiamo un boccone, scambiamo due
chiacchiere con la (bella e simpatica) ragazza che ci serve al tavolo, evitiamo
che i piccioni in picchiata ci colpiscano, risaliamo in sella. La temperatura è
decisamente salita da stamattina, ci saranno venti e passa gradi e rimettere
paraschiena giacca casco e guanti è uno sport penoso – prossimo giro turistico
da ste parti: jeans e maglietta, siamo già in stagione…
La bella vista dal nostro tavolo |
Uscendo da Dolo sulla riva
opposta l’elaborato complesso di Villa Velluti attira la mia attenzione, superiamo
Mira, raggiungiamo Fusina da dove partono i traghetti per la Serenissima: devo
proprio tornarci da ste parti J
Le nostre "ragazze" :) |
Il rientro è come tutti i
rientri: un po’ sottotono. Giusto per vivacizzarlo affronto una piccola rotonda
in maniera errata e rischio di finire per terra – niente di serio, ho un po’
perso il posteriore e mi si stava chiudendo l’anteriore: cose che succedono se
il libretto d’uso e manutenzione ti dice che devi tenere le gomme a 2,5/2,9 e
tu per fare l’originale le porti a spasso a 2,7/2,5 J
Dai, per essere un giro
tranquillo direi che i miei quasi 300km anche oggi li ho fatti. Sono grato al
mio “fradeo motard” Giovanni per avermi fatto da guida in questa piacevole
passeggiata, appena possibile tornerò con più tempo a disposizione e magari anche
una macchina fotografica ;)
CREDITS:
Giovanni P. - Padova
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